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“Bonus badanti” fino a 3.000 euro, al via le domande. Ecco a chi spetta e come richiederlo. Ma c’è un problema…

Pubblicato il 02/04/2024 18:49

Dal primo aprile 2024 è possibile richiedere il cosiddetto Bonus colf e badanti, la misura che prevede la decontribuzione totale per coloro che assumano collaboratori, o più spesso collaboratrici, per l’assistenza di persone con almeno 80 anni, non autosufficienti e titolari di indennità di accompagnamento. Un provvedimento atteso da tempo, già dal Decreto Lavoro del 2023, nell’ambito del quale doveva originariamente rientrare, poi introdotto nel Decreto Pnrr. Pare una bella notizia, eppure già si osservano talune criticità nella misura che azzera, per due anni, i contributi per chi assume o stabilizza collaboratori domestici per l’assistenza di anziani non autosufficienti. Le criticità di cui parliamo attengono agli stessi requisiti per ottenere il bonus, ma andiamo con ordine. La misura eleva da 1.500 fino a 3.000 euro il limite di deducibilità, per aiutare le famiglie che si avvalgono dell’ausilio di badanti e colf per gli anziani over 80 a far fronte agli aumenti contrattuali, scattati nel 2023. Sinora, le famiglie in dichiarazione dei redditi potevano scalare dal reddito complessivo valido per la definizione dell’Irpef un massimo di 1.549 euro. (Continua a leggere dopo la foto)

Come funziona l’incentivo

Il Bonus colf e badanti è volto aiutare le famiglie che si avvalgono dell’ausilio di collaboratori a far fronte agli aumenti contrattuali, scattati nel 2023, con i minimi che sono aumentati del 9,2% per effetto dell’adeguamento al costo della vita, secondo l’indice Istat. È uno sconto sui contributi previdenziali e assicurativi, con un tetto massimo di 3.000 euro all’anno e un periodo massimo di 24 mesi, dunque consentendo un’esenzione complessiva fino a 6.000 euro. Questo incentivo è previsto sia per le prime assunzioni sia per le trasformazioni a tempo indeterminato dei contratti di lavoro domestico per mansioni di assistenza agli anziani. Passiamo, ora, alla osservazione dei requisiti per accedere all’incentivo: Il destinatario dell’assistenza, ovvero l’over 80 assistito, deve essere non autosufficiente e già beneficiario dell’indennità di accompagnamento. Inoltre, altro requisito fondamentale è il limite dell’Isee del nucleo familiare fino a 6.000 euro. L’esonero vale esclusivamente per i contratti di lavoro stipulati a decorrere dal primo aprile 2024 e fino al 31 dicembre 2025. Per il Bonus colf e badanti sono stati destinati 137 milioni di euro in due anni, attingendo al al programma nazionale Giovani, donne e lavoro 2021-2027. Infine, va sottolineato che il beneficio non spetta nel caso in cui tra il medesimo lavoratore e il medesimo datore di lavoro o persona del suo nucleo familiare sia cessato un rapporto di lavoro domestico con mansioni di assistente a soggetti anziani da meno di sei mesi. (Continua a leggere dopo la foto)

Foto: il ministro Calderone

Il “problema” dei requisiti

“Un intervento per l’emersione del lavoro domestico”, lo ha definito il ministro del Lavoro, Marina Calderone. Ma Il Fatto Quotidiano fa notare che, difficilmente, la platea dei destinatari sarà nelle condizioni di godere dell’aiuto previsto. Il tetto di spesa, la durata e l’Isee sono i punti nodali: l’incentivo spetta solo a chi vanti un reddito Isee non superiore a 6mila euro, e inoltre azzera per due anni i versamenti contributivi all’Inps e all’Inail, ma con un tetto massimo di 3.000 euro annui. Dunque, anche solo i 600 euro al mese di pensione minima comportano il superamento del tetto di reddito e, per arrivare ai 3.000 euro stanziati, il numero di ore e i relativi costi per l’assistenza diventano insostenibili per chi goda appunto della pensione minima. In sintesi, secondo Il Fatto Quotidiano, con un Isee così basso un anziano non potrebbe neppure permettersela, la badante.

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