Hanno suscitato scalpore le dichiarazioni rilasciate dal Presidente americano Joe Biden nella sua ultima intervista al giornalista Bryan Tyler Cohen. Parole allarmanti, soprattutto se calate in un contesto sempre più teso nei rapporti fra Washington e Mosca. Con la guerra in Ucraina sullo sfondo. E ora che il New York Times ha rivelato le manovre della Cia e l’esistenza di basi segrete americane sul territorio ucraino già a partire dal 2016, le dichiarazioni di Biden assumono un altro significato. Legato sia alla politica estera, sia a quella interna. Perché l’impressione è che il Presidente in carica stia cercando di dare forza alla propria immagine pubblica in declino. “L’alternativa alle sanzioni contro la Russia”, ha detto Biden senza giri di parole, “sarebbe la Terza Guerra mondiale”. Parole scioccanti, in un quadro internazionale che diventa sempre più teso. Con le esercitazioni militari congiunte fra Russia, Cina e Iran in procinto di iniziare. Ci si chiede dunque che cosa vogliano realmente gli americani, o perlomeno l’attuale amministrazione. (continua dopo la foto)
La via diplomatica per la risoluzione del conflitto sembra essere sempre più fragile. Quasi non venisse nemmeno presa in considerazione, perlomeno dai democratici americani. E Biden ha rincarato la dose. “Ci sono due opzioni: o la Terza Guerra Mondiale”, ha ripetuto, “o far pagare un prezzo alto a Mosca. Le sanzioni varate dagli Usa sono le più ampie della storia dal punto di vista economico e politico”. E Biden non esclude che possano anche spingersi più in là. Quello dell’inquilino della Casa Bianca appare anche come un discorso a uso interno. Visto che i repubblicani, al Senato, stanno bloccando l’invio di 60 miliardi di nuove armi e aiuti a Kiev. L’amministrazione Biden, a quanto pare, oltre a voler sbloccare gli aiuti sta pensando all’espulsione della Russia dal sistema Swift. Cioè il sistema codificato che mette in contatto gli istituti economici internazionali e le grandi banche. E nel mirino ci sarebbe anche la Banca Centrale Russa. (continua dopo la foto)
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Sullo sfondo ci sono anche le elezioni presidenziali americane. Biden vuole giustificare il pugno duro contro Putin. Ma negli scorsi giorni ha anche definito “un genio” il Presidente Russo. Per questo è stato attaccato dai conservatori e definito un Presidente “debole”. Ora, con questi toni da Guerra Fredda, l’inquilino delle Casa Bianca cerca di recuperare terreno. E di superare le resistenze di Trump e dei repubblicani. La linea dura e le minacce di arrivare addirittura a un conflitto globale, infatti, non sembrano essere nelle intenzioni dell’ex Presidente e del suo partito. Biden cerca di forzare la mano e di dare peso alla propria posizione, nel caso sia ancora lui il candidato presidenziale democratico. “La Russia pagherà un prezzo salato”, afferma nell’intervista. “Putin col la sua aggressione ha prodotto l’effetto opposto di quello che voleva. Non ha diviso il fronte degli alleati, ma lo ha unito”. (continua dopo la foto)
L’attuale Presidente è rimasto anche scottato da un sondaggio dell’Università di Harvard, dal quale risulta che il 62% degli americani pensa che con Trump presidente Putin non avrebbe attaccato Kiev. Ora Biden sta rispolverando toni e modalità tipiche della Guerra Fredda, della quale è “figlio”. Sembra però un gioco molto rischioso, perché la situazione mondiale è profondamente cambiata rispetto a 60 anni fa. E le politiche di questa Amministrazione americana stanno spingendo sempre più la Russia fra le braccia della Cina, con il mondo islamico spettatore interessato sullo sfondo. I cinesi hanno anche da gestire la situazione di Taiwan, nella quale gli Usa sono direttamente coinvolti. Se decidessero per l’azione militare, come molti temono, le conseguenze sarebbero disastrose. Impossibile pensare che Putin accetti eventuali nuove sanzioni senza reagire. E l’asse Cina-Russia, visti gli interessi congiunti, a meno di un cambio di rotta di una nuova amministrazione americana, diverrà sempre più saldo.
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