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Bergoglio si prende il conclave: nominati 13 cardinali che rafforzano il “suo” partito

Pubblicato il 02/09/2019 17:13

Il Vaticano, si sa, è un intrigo di poteri. E papa Bergoglio non è esente dalle logiche che alimentano lo Stato della Chiesa. In queste ore si sta riflettendo molto sulle sue ultime nomine, le quali ci danno l’idea di quale direzione intende seguire il papa fino alla fine del suo mandato (e oltre). È in arrivo una consistente infornata di cardinali, fissata per il 5 ottobre, che segnerà inevitabilmente un passaggio non trascurabile.

Con i 13 nuovi ingressi – di cui 10 elettori – la parte predominante dei votanti si è fatta più omogenea e questo elemento anticipa i pesi e i contrappesi che si metteranno in funzione in un eventuale Conclave, quando sarà…

Non che il Papa abbia intenzione di dimettersi, non ci pensa minimamente, ma il debutto di altri 10 votanti assai simili finisce per spostare l’ago della bilancia verso la sua politica e verso le sue idee. Con i nuovi arrivi il corpo elettorale risulta così composto: 19 i votanti creati da Giovanni Paolo II, 42 quelli di Benedetto XVI e 67 di Francesco. I concistori sono necessari ogni due o tre anni, quando sorge la necessità di raggiungere nuovamente la soglia prestabilita dei 120 votanti (con meno di 80 anni) come è imposto dalle norme.

Una indicazione che tutti i pontefici, da Paolo VI in poi, hanno rispettato. Sicché anche stavolta l’annuncio del rinnovo del Collegio Cardinalizio non avrebbe tanto peso in sé se non segnasse la formazione di un “partito” a tutti gli effetti di Papa Francesco. In questi sei anni Bergoglio ha scelto con cura i cardinali pensando alla Chiesa in uscita, coraggiosa, globale e persino un po’ destrutturata che sta costruendo.

Preti di strada, predicatori poco conosciuti, monsignori di secondo piano nelle diocesi e in curia e persino gli outsider ripescati dopo essere stati allontanati da Roma perché non allineati con il mainstream dei pontificati precedenti. Francesco ha fatto saltare tutto aprendo strade inedite. I parametri che un tempo prevalevano e che tenevano conto anche dell’impegno nel governo centrale ormai vengono ignorati.

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