La civiltà mortificata
Da due anni ormai il Governo italiano pare aver dimenticato i giovani, vittime innocenti della pandemia. In due anni si è perso definitivamente il senso della misura chiedendo ai ragazzi di rinunciare alla vita sociale, alla cultura, al divertimento fino ad un mese fa e precisamente il 10 Gennaio 2022 quando gli si è imposto di non fare più sport se sprovvisti di super green pass.
Gli adolescenti sono vittime invisibili, a cui sono state richieste rinunce di crescita ed esperienze incredibili.
In molte pubblicazioni internazionali ormai si presentano dati allarmanti sulla condizione di molti adolescenti che, in seguito ai lockdown, hanno avuto problemi psicologici anche molto gravi. In molti casi si è rilevato un aumento di stati di agitazione e ansia, sintomi dissociativi, disturbi del sonno, tentativi di suicidio. I curatori di tali ricerche hanno inoltre evidenziato che l’attività fisica e ludica, svolta insieme ai propri pari, è in grado di far produrre neurotrasmettitori benefici per la salute psico-fisica.
Se nel mondo ci si interroga sulla vaccinazione ai ragazzi e ai bambini, in Italia un paese dove la comunità scientifica non ha mai un dubbio, una perplessità e nonostante non vi sia nessun obbligo per questa fascia di età, si procede con ricatti, minacce ed esclusione dalla vita sociale, scolastica e sportiva. L’Italia ad oggi è l’unico paese al mondo ad impedire ai giovani l’accesso allo sport perfino all’aperto. L’esclusione di atleti che per mesi si sono sottoposti a tamponi pur di poter praticare sport, appare un’inutile dannosa misura che potrebbe avere conseguenze gravissime sulla salute mentale dei ragazzi. Anni di sacrifici,
abnegazione e allenamenti vengono cancellati in articoli di legge.
Sogni e speranze di chi allo sport dedica
gran parte della propria vita vengono distrutti da due decreti.
Eppure ci dicono che lo sport è inclusione, salute e vita. Ci dicono che lo sport insegna la disciplina, le regole, il sacrificio. I ragazzi sono abituati al rispetto delle regole, ma quando le regole risultano completamente illogiche e prive di fondamento, qualcuno deve loro spiegare perché. Perché se ormai è acclarato dalla comunità scientifica nazionale ed internazionale che tutti contagiano allo stesso modo loro sono lasciati fuori dalle palestre, dai campi, dalle piscine. Qualcuno dovrebbe spiegare loro perché solo in Italia l’odioso super green pass impedisce loro di vivere e fare sport come i ragazzi del resto del mondo. Perché il nostro paese non capisce che loro non sono pericolosi più degli altri, non sono invisibili e non costituiscono un pericolo per nessuno.
I nostri figli stanno crescendo privati di ogni cosa in una società che ormai ha accettato passivamente la discriminazione, l’esclusione sociale e la privazione dei diritti fondamentali nel nome del bene supremo della tutela della salute pubblica anche difronte alla totale assenza di fondamento scientifico che la avvalori.
Impedire a ragazzi sani di fare sport è il gradino più basso che la nostra civiltà abbia mai toccato, e il fatto che le Istituzioni o le Federazioni non intendono tutelare o dare risposte nel merito lascia senza parole.
Insegnami ai nostri figli l’inclusione il rispetto, l’uso della ragione, ma poi ci troviamo in un paese che di ogni nostro insegnamento non ne ha mai tenuto conto calpestando così ogni diritto ogni regola di una società civile. Il prezzo che i ragazzi stanno pagando a questa pazzia generalizzata è altissimo e rischia di mandare in frantumi il loro benessere psico fisico già fortemente provato.
Abbiamo interessato le Istituzioni, le Federazioni, gli enti che dovrebbero tutelare i diritti fondamentali dei ragazzi con ogni mezzo ma dopo un mese nessuno e ripeto nessuno ha creduto di dover loro una risposta seppur inutile o meramente burocratica. Nessuno in Italia di fronte a dei ragazzi che domandano perché ha
ritenuto di dover rispondere nel merito, di doverli aiutare a vedere rispettato il loro diritto a vivere e crescere sereni in un paese pieno di odio e rancore.
Ebbene dopo un mese con il calo costante dei contagi, nemmeno oggi qualcuno decide di liberare i giovani i ragazzi e restituire loro i diritti che hanno dalla nascita e che tutti noi siamo chiamati a tutelare ed affermare per far sì che il futuro della nostra nazione che loro rappresentano non siano solo chiacchiere vuote.
In questo mese di silenzio per fortuna moltissimi allenatori, e qualche professionista hanno deciso di aiutare e sostenere i nostri figli con lezioni on line, allenamenti all’aperto e sostegno psicologico.
Abbiamo scoperto che non tutto il paese è impaurito, incattivito ed egoista. Qualcuno che ha ancora un po’ di amore per il prossimo esiste e si è reso disponibile a sostenere i ragazzi esclusi.
Queste iniziative sono seppure di grande importanza e enorme valore umano, dei palliativi in attesa che ogni singolo ragazzo escluso possa tornare allo sport ed alla vita com’è giusto che sia in un paese civile.
I 10 mila genitori del gruppo Gli Sportivi stanno in queste ore avviando una serie di iniziative legali, promosse da prestigiosi studi nazionali, impegnati fin dal mese di giugno nel contrasto alle norme sul green pass. Il gruppo Avvocati Liberi, l’avv. Stefania Cappellani dello studio Mana di Cuneo, l’avvocato Linda Corrias con l’Associazione Liberamente Umani, l’avvocato Erich Grimaldi, l’avv. Olga Milanese, l’avv. Marco Mori e l’avv. Alessandro Fusillo, hanno infatti preparato una serie molto ampia di denunce e diffide, con cui si tenterà di far rientrare al più presto i circa 25 mila ragazzi esclusi dalle attività sportive perché sprovvisti del super green pass.
Ecco alcune delle iniziative volte a far annullare le terribili limitazioni imposte a ragazzi sani e controllati: denuncia al tribunale internazionale dell’Onu per violazione dei diritti umani, denuncia alla Corte Europea dei Diritti Umani, denunce al Governo, diffide a società sportive, federazioni e Coni, con richiesta di risarcimento danni.
I genitori del gruppo il 5 gennaio avevano inoltre inviato una lettera aperta al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al ministro della Salute, al sottosegretario con delega allo Sport Valentina Vezzali, a varie Istituzioni italiane ed internazionali e a tutte le federazioni sportive italiane, per richiamare l’attenzione sulla condizione dei propri figli minorenni. A tale appello sembrava aver risposto il ministero della Salute: un collaboratore del sottosegretario Sileri ha comunicato il 17 gennaio che le istanze dei genitori “erano all’attenzione del CTS. Ma da allora non si è saputo nulla, speriamo che le nostre richieste non sia finite “sotto il tavolo!”
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