x

x

Vai al contenuto

Basta con gli inganni di Bruxelles. È il momento giusto per l’Italexit

Pubblicato il 27/07/2020 17:36

di Gianluigi Paragone.

Dicono che non fosse il momento giusto per lanciare il nuovo partito. Perché proprio adesso l’Unione europea ha dimostrato il suo valore e la sua prova di maturità. Ah si?
Allora urgono due considerazioni. Per gli euristi e i fanatici di Bruxelles non ci sarà mai il momento giusto. Prima non dovevamo disturbare il manovratore altrimenti saremmo stati populisti, demagoghi, irresponsabili; ora siamo fuori sincrono perché l’Europa molla il denaro e quindi dovremmo stare a cuccia; in ultimo finirà che quando dalle casse non usciranno gli strombazzati soldi allora ci diranno che dovremmo vergognarci per aizzare in televisione o in piazza la povera gente disperata.

Ieri quella primadonna di Aldo Grasso (povero cristo, dopo una vita trascorsa a commentare i programmi televisivi ora crede di poter commentare anche la politica) ha scritto appunto del nuovo partito Italexit descrivendone l’inutilità, materia della quale il critico del Corriere della Sera è vecchio maestro.
Il problema però non è tanto questo nuovo partito che abbiamo deciso di mettere in piedi, iniziando stringendoci la mano io e Nigel Farage su temi forti quali lotta ai tecnocrati di Bruxelles e all’immigrazione selvaggia usata per creare scompiglio e disordine nei Paesi, Italia in testa. Il problema è il cappio al collo che ci stanno mettendo con la balla degli aiuti all’Italia. I soldi veri, ai cittadini – siano essi famiglie, imprenditori, lavoratori, professionisti, partite iva – non arriveranno mai. Di contro, l’Italia e gli italiani si ritroveranno nelle maglie diaboliche di strumenti finanziari a debito che prevedono, a fronte di un ingresso più o meno soft, il ricatto del controllo sulle prossime riforme.

Insomma è il ribaltamento della democrazia e del senso democratico. Che il Capo dello Stato ormai abbia deciso di notificare la cancellazione del parlamento e della sua centralità è chiaro a tutti, che però stia avallando – almeno questa è l’impressione – la sostituzione della democrazia con il primato della tecnocrazia diventa una strana scelta di difesa costituzionale.
E arriviamo così alla seconda questione del perché ha senso un partito dichiaratamente per l’uscita. Perché di inganni e di meccanismi ingannevoli ne facciamo a meno: i tanti soldi che i meccanismi Ue darebbero all’Italia non ci sono e comunque – se mai arrivassero – non scaricheranno a terra. Per farla breve, è adesso che i soldi servono, non domani. Domani un bel pezzo di Paese sarà travolto dal meno 12 per cento di pil.

Stare sotto quelle macerie senza avere un soccorso immediato significa aggravare ancor più la situazione: calo del gettito fiscale, chiusura di imprese e attività professionali, aumento della disoccupazione, aumento della disperazione sociale e dei senzatetto. Insomma il disastro.
Faccio notare inoltre che aumentando le sofferenze bancarie, il governo (e l’Europa) dovranno preoccuparsi di non far saltare il sistema bancario e quindi arriveranno – per loro – tanti soldi, creando ulteriori sbilanciamenti tra banche e… resto del mondo.

Di contro le banche non avranno pietà a far valere i titoli esecutivi che hanno in mano con conseguenze sui capannoni e sulle case private. Vedrete se non finirà così.
Oggi i soliti soloni, questo scenario, non lo vogliono vedere e preferiscono raccontare la favola dei soldi che arrivano. Con grandi vantaggi. Esattamente come le fiches gratuite che ti danno nei casinò per invogliarti a giocare, o i bonus d’ingresso per cominciare a fare trading on line e rimanere fregati. L’ex fidanzato di Casalino ne sa qualcosa: magari Rocco farebbe bene a farsi spiegare dall’ex amichetto cubano questi magheggi e dare così due dritte all’altro amichetto, Giuseppe Conte, al fine di capire l’euro-inganno.
Soldi gratis sul mercato non esistono! O sono degli Stati o sono dei banksters! Tertium non datur.