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“Entro 2 mesi…”. Balneari, ultimatum all’Italia: l’Ue pronta a mettere le mani sulle nostre spiagge

Pubblicato il 18/04/2023 11:43

L’Unione Europea non molla la presa sulla questione balneari, pronta a sottrarre i tratti di spiaggia italiani alle famiglie che da anni li gestiscono per assegnarli all’asta, a tutto vantaggio delle multinazionali pronte a fare affari a palate. La Commissione Ue, infatti, ha annunciato un vero e proprio ultimatum nei confronti del nostro Paese, dopo che già a fine febbrario si era dichiarata contraria alle decisioni del governo Meloni di prorogare i bandi di un anno. Proprio riguardo la proroga, il 20 aprile la Corte di Giustizia europea dovrà pronunciarsi sulla causa fra l’Autorità di concorrenza nazionale e il Comune di Ginosa: alla corte è stato chiesto di stabilire se la direttiva in questione sia valida e vincolante o risulti invalida, trattandosi di una norma di armonizzazione adottata a maggioranza e non all’unanimità. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “No all’asta delle spiagge”, la Bolkestein è inapplicabile. Balneari e Italexit non si arrendono

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Nel frattempo è però atteso il parere motivato della Commissione, che chiederà all’Italia di adeguarsi alle normative europee entro due mesi di tempo. Come ricordato dal Tempo, nel 2020 lo stesso organismo aveva aperto una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, sospesa però in attesa di riforme che non sono ancora arrivate. Bruxelles, quindi, si prepara a tornare alla carica. (Continua a leggere dopo la foto)

La posizione dell’Europa è chiara e ribadita più volte: l’Unione vuole un bando che tolga le concessioni sulle spiagge dalle mani degli imprenditori italiani, visto che in caso contrario sarebbe violata la normativa Bolkestein del 2006 sulla concorrenza. Con le associazioni degli imprenditori che sottolineano, però, come quelle stesse persone da anni fanno investimenti negli stabilimenti e si troverebbero, di fatto, private dell’unica fonte di sostentamento. Il governo, per ora, ha promesso barricate. Ma il braccio di ferro con Bruxelles è ormai dietro l’angolo.

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