Hamas è tornata a colpire Israele con un attacco a Gerusalemme, proprio mentre proseguiva il rilascio graduale degli ostaggi rapiti dai miliziani nel settimo giorno di tregua. Liberazioni sempre più a piccoli gruppi e diluite nell’arco della giornata. La proroga di altre 24 ore del cessate il fuoco è arrivata quasi allo scadere e solo dopo che Israele ha visionato e accettato la lista di altri 10 nomi di ostaggi da liberare in cambio del rilascio di 30 detenuti palestinesi dalle carceri israeliane. Hamas dal canto suo ha offerto anche la consegna di tre corpi senza vita, quelli della famiglia Bibas: la mamma Shiri e i suoi bimbi Kfir di 10 mesi e Ariel di 4 anni, che i terroristi danno per morti sotto un raid israeliano. (Continua a leggere dopo la foto)
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Sul tentativo di prolungare il cessate il fuoco pesa però orail nuovo attentato di Hamas a Gerusalemme, il più grave dal massacro del 7 ottobre. Due assalitori armati sono scesi da un’auto a una fermata del bus alle porte della città e hanno aperto il fuoco sulle persone in attesa, uccidendo tre civili: le vittime sono il rabbino Elimelech Wasserman, 73 anni, decano del tribunale rabbinico di Ashdod, Hanna Ifergan, di 67, preside di una scuola femminile, e una giovane insegnante, Livia Dickman, 24 anni, incinta. (Continua a leggere dopo la foto)

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Nell’attacco, altre 13 persone sono rimaste ferite. Di queste, due sono in gravi condizioni. I due uomini sono poi risaliti in macchina nel tentativo di fuggire, ma sono stati uccisi sul posto dai militari e da un civile armato. Hamas ha rivendicato l’azione, invocando “un’escalation della resistenza” contro Israele e giustificandola come “una risposta naturale ai crimini senza precedenti dell’occupante nella Striscia di Gaza e contro i bambini a Jenin”. (Continua a leggere dopo la foto)

Un altro attacco è stato compiuto a Beqaot, nella valle del Giordano, dove un’auto si è lanciato contro due militari israeliani, rimasti feriti. Il conducente palestinese è stato “neutralizzato”, ha fatto sapere il portavoce dell’Idf. Secondo i media palestinesi l’uomo, identificato come Karem Bani Odeh, residente nella vicina località di Tubas, in Cisgiordania, è morto.
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