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Attentato a Zelensky? Scontro totale fra Unione Europea e Russia. A 200 metri dal conflitto globale. Perché Kiev “minimizza” (VIDEO)

Pubblicato il 07/03/2024 11:48

Inutile girarci intorno. Ieri mattina a Odessa, intorno alle 11.40, si è arrivati a 200 metri dallo scoppio di una guerra globale. E’ la distanza che ha separato l’esplosione di un missile russo sul porto della città Ucraina e le delegazioni di Zelensky e del Premier greco Mitsotakis. Che ha dichiarato di non aver fatto in tempo a mettersi in sicurezza. “E’ stata un’esperienza impressionante”, ha detto il Primo Ministro greco. L’episodio ha inasprito ulteriormente i rapporti fra la Russia e l’Occidente. In particolare, è stata l’Unione Europea a rilasciare le dichiarazioni più dure nei confronti di Mosca. “Condanniamo l’attacco a Odessa”, ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. “Un altro segno delle tattiche codarde della Russia nella sua guerra di aggressione contro l’Ucraina”. Michel poi ha ricarato la dose: “Quello che è successo è riprovevole e addirittura al di sotto delle regole del Cremlino. Il pieno sostegno all’Ucraina e al suo popolo coraggioso non vacillerà”. (continua dopo la foto)

Dal canto suo, Mosca ha spiegato che l’attacco missilistico al porto di Odessa non era collegato alla visita di Zelensky. Tesi confermata, stranamente, anche da Kiev, che anziché cavalcare l’onda ha gettato acqua sul fuoco. Il capo del centro stampa delle forze di difesa del Sud dell’Ucraina, Nataliya Humenyuk, ha negato che l’attacco fosse collegato alla visita del Premier ucraino. “Quello che accade è che la Russia è terrorista e continua ad attaccare le infrastrutture portuali”, ha detto Humenyuk. E lo stesso Zelensky, intervenuto pubblicamente poco dopo l’esplosione, ha sposato la linea “morbida”. Ci si chiede perché i vertici ucraini non abbiano usato l’episodio per forzare le forze occidentali a intensificare l’appoggio a Kiev. Soprattutto vista la forte reazione europea. (continua dopo il video)

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Ma forse un motivo per questo atteggiamento c’è e riguarda la situazione interna in Ucraina. In un articolo di oggi firmato da Aldo Luigi Mancuso, il Giornale d’Italia riporta i rumors sempre più frequenti secondo cui molti militari dell’esercito ucraino, fra cui alcuni generali, starebbero disertando per passare con Putin. Se la notizia fosse confermata, spiegherebbe la prudenza di Zelensky. “Il popolo è allo stremo”, scrive Mancuso, “senza viveri né energia. Così come i suoi soldati sono lasciati al massacro, e nessuno vuole più accettare il rifiuto a usare la diplomazia”. Secondo il giornalista, “tutto questo sembra stia trascinando gli ucraini oltre i limiti della disperazione”. E questo renderà “quasi inevitabile una rivolta civile, che potrà segnare la caduta di Zelenski e la fine del conflitto”. (continua dopo la foto)

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Una prospettiva che però non piace agli alleati occidentali e in particolare agli Stati Uniti. Sono state molte le dichiarazioni, ultima quella del’ex Capo della Cia Petraeus, secondo le quali Putin non ha intenzione di fermarsi all’Ucraina e continuerà la sua manovra di annessione militare delle Repubbliche Baltiche. Per cui l’Occidente, come confermato dalle reazioni dell’Unione Europea ai fatti di Odessa, è intenzionato ad appoggiare l’Ucraina fino a che sarà possibile. E gli Usa dicono di considerare l’esito della guerra in corso come fondamentale, pena l’entrata in guerra della Nato contro la Russia. L’escalation di dichiarazioni in questo senso non promette niente di buono. Perché comunque vada a finire in Ucraina, la Terza Guerra Mondiale non è più una possibilità così remota. Ma un convitato di pietra con cui fare i conti ogni giorno.

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