L’esplosione della guerra in Ucraina potrebbe accelerare i tempi necessari alla nascita di un Esercito europeo. Come riportato da Claudio Tito sulle pagine di Repubblica, infatti, l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell starebbe rivedendo in fretta e furia i documenti che delineano la politica estera di Bruxelles, con un primo passo per le Forze Armate comuni da compiere forse già quest’anno, anche sfruttando i fondi del NexGenerationEu per gli investimenti nella difesa e nell’energia. Decisivi saranno i prossimi giorni, quando prima in Consiglio e poi in Commissione si cercherà di fare un salto in avanti.

Bruxelles sembra avere tutta l’intenzione di voler dare un segnale forte, deciso. Con un programma dalle tappe ben più ravvicinate rispetto alle idee originali su un esercito comune. Nello specifico, entro la fine dell’anno si tenterà di definire gli scenari entro i quali il “Battaglione Europeo” potrà agire, individuando uno spazio che dovrebbe andare dai Balcani al Mediterraneo asiatico e all’Africa. Resterà però un grosso limite numerico, con soli 5 mila soldati a disposizione.

L’obiettivo finale sembra quello di arrivare a una piena e totale operatività entro la fine del 2024. Un notevole accelerazione rispetto ai precedenti programmi, nel tentativo di dare l’impressione di una pronta reazione dell’Europa all’attacco russo. Il problema sarà però quello di reperire risorse, con la Germania che ha già annunciato un investimento di 100 miliardi di euro e la Francia che spinge per un nuovo Recovery Fund, sulla falsariga del fondo creato per affrontare le conseguenze della pandemia con finanziamenti a fondo perduto e prestiti.

Al momento si tratta solo di una proposta perché il presidente francese, Emmanuel Macron, non è ancora riuscito ad ottenere il sì della Germania di Scholz. Resta il fatto che il Consiglio europeo di oggi e la Commissione della prossima settimana sono virtualmente legati. E infatti nella bozza delle conclusioni del Consiglio europeo di oggi, la presidenza francese scrive: “La guerra della Russia è un terremoto nella storia europea” e per questo “abbiamo deciso di assumerci maggiori responsabilità per la nostra sicurezza” su “tre dimensioni chiave: rafforzare le nostre capacità di difesa, ridurre le nostre dipendenze energetiche e costruire una base economica più solida”.