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Arriva la patrimoniale europea: ecco come funzionerà la nuova tassa voluta da Bruxelles

Pubblicato il 15/04/2022 12:02

Una guerra in corso, una pandemia da poco alle spalle. Eppure, come sempre, la priorità dell’Unione Europea non è quella di difendere famiglie e imprese in difficoltà, spaventate da un futuro economicamente sempre meno incerto. Anzi. Dalle parti di Bruxelles si è già iniziato a parlare di una tassa patrimoniale di solidarietà, progetto che la Commissione bilancio del Parlamento Ue avrebbe già iniziato a esaminare per capire tempi e modalità di attuazione. Un intervento fiscale che, sulla carta, servirebbe per sostenere i piani di ripresa. E che da più parti viene però già letta come l’ennesimo prelievo a danno dei cittadini.

Come spiegato dal Fatto Quotidiano, i tempi non saranno in ogni caso brevi: ogni proposta deve infatti passare per la discussione e l’approvazione a livello europeo e nei singoli Stati membri. Ma il tema resta di stretta attualità e non è detto che, alla fine, non si proceda in questa direzione. Nelle intenzioni, una patrimoniale sarebbe strumento da impiegare per contrastare “la disuguaglianza reddituale e patrimoniale, in aumento da decenni nella maggior parte delle economie mondiali e aggravata dalla pandemia”. Un divario che colpisce soprattutto famiglie a basso reddito, giovani e donne.

Un provvedimento che, però, arriverebbe in un momento quanto mai delicato, visto che l’Europa, invece di risollevarsi dagli effetti della recessione pandemica, sta andando incontro a una nuova crisi figlia dell’esplosione del conflitto in Ucraina. Con la maggior parte dei Paesi Ue che ha dovuto aumentare le spese sanitarie e sociali e introdurre aiuti e incentivi mentre le entrate fiscali erano in calo, causando un aumento di disavanzi e debiti pubblico. Ecco, allora, l’idea di intervenire anche con una patrimoniale, da far passare sotto il nome di “fiscalità solidale”.


Quattro, secondo il Fatto, le ipotesi per nuove misure fiscali: “Le stime di una patrimoniale europea suggeriscono entrate potenziali piuttosto consistenti, ipotizzate fino al 10,8% del Pil della Ue e con un gettito ipotetico di oltre 1.560 miliardi, in base a un’aliquota fiscale fortemente progressiva. Questa imposta colpirebbe tra l’1% e il 4,8% delle famiglie e determinerebbe un’aliquota fiscale effettiva aggiuntiva pari a circa lo 0,3% del patrimonio netto complessivo dei cittadini europei. C’è poi l’ipotesi di un prelievo sul valore di mercato delle società, che colpirebbe gli azionisti. Un’altra forma potrebbe essere quella di un’aliquota d’imposta sui redditi più alti, sotto forma di un’imposta aggiuntiva o di un livello minimo di tassazione per i redditi elevati o di uno scaglione fiscale aggiuntivo. La forma potrebbe anche essere quella di un prelievo una tantum di scopo a favore del bilancio europeo e del Next Generation Eu, mirato a mitigare i debiti nazionali”.

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