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Arcelor-Mittal, incontro al Mise. I sindacati: si fa a scaricabarile

Pubblicato il 27/03/2021 14:54

di Aldo Schiedi.

Esaurito un altro passaggio nella intricata vicenda ArcelorMittal. Ieri l’incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico a Roma fra i sindacati metalmeccanici, il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ed il ministro del Lavoro Andrea Orlando. 

Il sindacato Usb in un suo comunicato a caldo ha sottolineato come dai due ministri siano stati espressi forti dubbi sulla credibilità del soggetto ArcelorMittal parlando di una pesante eredità in capo a questo Governo nella gestione di una vertenza in cui gli atteggiamenti dell’azienda nei confronti del nostro paese sono “negozialmente ricattatori”. 

La Uil afferma dal canto suo di aver assistito ad “uno scaricabarile tra ministeri, tra l’altro importanti come quello del Mise e il ministero del Lavoro”. A ribadirlo sono il segretario generale Uilm Uil Rocco Palombella, e il segretario nazionale Uilm, Guglielmo Gambardella, aggiungendo che sembra quasi che si voglia aspettare il giudizio del Consiglio di Stato atteso per il 13 maggio  per non assumersi le necessarie responsabilità e che invece c’è bisogno di un intervento rapido e risolutivo del Governo per gestire la transizione ecologica e il risanamento ambientale indicando piani industriali credibili, salvaguardia dei livelli occupazionali e tempi certi. 

Francesca Re David della Fiom Cigl, all’uscita dal Mise, dice ai giornalisti in attesa all’esterno del Ministero, i riferimento al Governo, che “stanno studiando il piano industriale che ha degli aspetti che non convincono sino in fondo”. “Noi notiamo – prosegue Re David – che questo succede ogni qualvolta cambia un ministro. E’ il quarto ministro, ormai, da quando abbiamo fatto l’accordo e questo ci crea preoccupazione ed incertezza”. 

Roberto Benaglia segretario generale della Fim Cisl conferma che “il Governo ha manifestato assenza di tranquillità rispetto all’accordo industriale del 10 Dicembre 2020 questo significa che c’è da lavorare per cambiare quel piano “come il sindacato ha detto dal primo giorno e che non abbiamo firmato” e che siamo disposti a fare un accordo sindacale coerente rispetto a quello precedente che attribuiva troppo alla multinazionale alcune scelte e non dava chiarezza sugli impegni veri per poter rilanciare il lavoro”.

Di segno diverso il parere della Ugl. “Incontro molto proficuo oggi presso il Mise: con la task force tra Mise e Ministero del Lavoro, che, appena possibile, verrà istituita, potremo finalmente entrare nel vivo delle crisi e delle politiche industriali”.

Lo dichiara il segretario nazionale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, presente all’incontro insieme al segretario confederale dell’Ugl, Adelmo Barbarossa, spiegando che “si è parlato di Arcelor Mittal e di tutte le vertenze pericolose, per i lavoratori, per l’industria e per la ripresa del Paese, rimaste al palo”.

“Nell’immediato – spiegano – è importante che i ministri Giorgetti e Orlando abbiano promesso lo sblocco dei 400 milioni di investimento pubblico destinati da Invitalia ad ArcelorMittal, in base all’accordo di dicembre scorso, senza aspettare la scadenza del 13 maggio, e che, fatto ancora più importante, gli investimenti consentiranno l’ingresso di tre componenti nel CdA indicati da Invitalia. Fino ad oggi il Governo era assente all’interno del CdA. Sia Giorgetti sia Orlando ritengono che gli accordi fin qui raggiunti tra la multinazionale e il precedente esecutivo fossero troppo sbilanciati in favore di ArcelorMittal e che la loro intenzione è quella di evitare gli errori del passato, mettendo mano a quanto fin qui pattuito”.

I contratti stipulati sino ad oggi è oramai chiaro essere carta straccia e a tempo determinato, avendo tempi di attuazione che spaziano dai 4 mesi ai 2 anni. 

Il tempo passa nel frattempo inesorabile, la fabbrica resta decadente e pericolosa per lavoratori e cittadini e la produzione resta quella impattante a carbone. Produzione che, tra l’altro, se dovesse ancora persistere tale metodologia, non avrà diritto a risorse rivenienti dal Recovery Fund.