C’è chi non riesce proprio a uscire dal tunnel del Covid, l’epoca dorata che ha dato a molti fama mediatica e fortuna. È il caso di molti televirologi, tra cui Antonella Viola. La quale ha sentito l’esigenza, nel bel mezzo del caldo di luglio del 2023, di chiedere ai lettori de LaStampa, ai suoi lettori dunque: “A che ora avete fatto il vaccino Covid? Prima delle 16 è più efficace”. Questo è infatti il titolo del suo articolo. Dopo aver sparso terrore in lungo e largo durante la pandemia e aver spinto il cosiddetto vaccino forsennatamente, la Viola partendo da uno studio israeliano (“strutturato su solide basi scientifiche”, quali?), arriva alla conclusione che le persone che sono state vaccinate al mattino o entro le 16 hanno sviluppato una protezione migliore rispetto a chi si è fatto inoculare nel pomeriggio o di sera. Ma aspettate perché c’è da capirla bene. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il presupposto della ricerca citata da Antonella Viola, si basa sul cosiddetto ritmo circadiano. Siamo arrivati a questo. Anche per la vaccinazione, dunque, ci sarebbe un momento organicamente più propizio. Sul perché la virologa non si occupi invece degli studi sugli effetti avversi del vaccino, sulle miocarditi e le pericarditi, sui cancri e su tutto quello che sta uscendo in questi ultimi tempi, è un mistero. Forse, però, la Viola sta cercando di trovare risposte per tutti quelli che hanno preso il Covid nonostante il vaccino, quando invece gli veniva promesso che con il siero magico si sarebbero immunizzati. A loro, probabilmente, dirà che si sono vaccinati all’ora sbagliata.
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Antonella Viola e l’ora del vaccino anti Covid: siamo alla frutta
Come commenta Claudio Romiti sul blog di Nicola Porro, “una cosa però è certa: che a quasi 4 anni dall’inizio di un terrore virale fondato su una malattia – oggi praticamente scomparsa – la quale, vaccino o meno, ha sempre colpito duramente i soggetti con il sistema immunitario fortemente compromesso, ancora si trovi il modo di riparlare del Covid-19, ribadendone implicitamente l’estrema gravità, appare veramente incredibile. Si capisce quanto sia stato professionalmente produttivo tutto questo per i tanti operatori della medicina italiana, proiettati in brevissimo tempo ai massimi vertici dell’interesse popolare”.
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