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“Diffonde odio.” L’accusa a Ghali è pesante e scoppia un caso internazionale: “La Rai chieda scusa” (VIDEO)

Pubblicato il 11/02/2024 16:07 - Aggiornato il 11/02/2024 17:18

A Sanremo, anche quest’anno, non sono mancate le prese di posizione politiche, che oramai fanno più notizia delle canzoni in gara. E ci sarà pure un motivo. Il Festival, da tempo, ha intrapreso una deriva che è visibile agli occhi – se pensiamo al look di certuni – e alle orecchie, considerando alcuni brani inspiegabilmente di successo. Ma queste sono considerazioni personali. Quest’anno la polemica, che già sta dividendo gli italiani, scaturisce da ciò che l’ambasciatore israeliano in Italia, Alon Bar, ha giudicato “vergognoso” in un suo post su X, che pubblichiamo anche noi nel prosieguo dell’articolo, ovvero una sorta di caccia all’ebreo 2.0. Ma facciamo un passo indietro e vediamo cosa è successo. “Ritengo vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile”. Così l’ambasciatore di Israele a Roma a proposito delle dichiarazioni di alcuni cantanti nel corso del Festival di Sanremo. Oggetto degli strali social è il cantante Ghali, e non solo lui. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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Da Dargen D’Amico a Ghali, le dichiarazioni

Dopo l’intervento di Dargen D’Amico, che aveva chiesto il “Cessate il fuoco” a Gaza all’inizio del Festival, nella serata finale è stato Ghali, artista di origine tunisina, a invocare lo “Stop al genocidio” dialogando con il pupazzo-alieno Rich Cholino. Ecco, dunque, come prosegue il post polemico dell’ambasciatore: “Nella strage del 7 ottobre, tra le 1200 vittime, c’erano oltre 360 giovani trucidati e violentati nel corso del Nova Music Festival. Altri 40 di loro, sono stati rapiti e si trovano ancora nelle mani dei terroristi insieme ad altre decine di ostaggi israeliani – ancora nelle parole di Alon Bar – Il Festival di Sanremo avrebbe potuto esprimere loro solidarietà. È un peccato che questo non sia accaduto”. Anche in qualità di componente della Commissione di Vigilanza Rai, si è esposto sul tema pure il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: “La Rai ha perso un’altra occasione. Spero che i vertici dell’azienda si scusino con le autorità di Israele ed attuino interventi riparatori, tenuto conto delle giuste proteste dell’Ambasciatore di Israele. La Rai non può vivere fuori dalla realtà”. A sua volta, Noemi Di Segni, presidente delle Comunità ebraiche Italiane, sollecitata dall’Ansa: “Se la musica e il festival, per la sua rilevanza, è lo spazio per la libertà di esprimere pensieri di amore, di dolore, di gioia, di denunce sociali e contestazioni politiche, dispiace che questo palco non sia stata l’occasione per lanciare parimenti, un appello per il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas, lasciando all’unilateralità la legittimazione alla distorsione, con uso di termini che ancora una volta offendono la storia del nostro Paese e dell’Europa tutta”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il precedente

Ghali ancora al centro delle polemiche, dunque, come già nei giorni giorni per i suoi impliciti riferimenti sempre dal palco del Festival, come ricorda l’Adnkronos, ai bombardamenti israeliani sugli ospedali di Gaza.

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