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Amazon, Google e Microsoft, la guerra per i nostri dati che nessuno vi racconta

Pubblicato il 13/07/2020 11:48

Una nuvola dagli affari d’oro. I tre grandi del cloud, Amazon, Google e Microsoft, stanno prendendo posizione per quello che per loro potrebbe essere un grande affare: fornire i servizi di cloud alle amministrazioni italiane.
Sembrerebbe infatti che il governo voglia far confluire gli archivi digitali di una miriade di amministrazioni, oggi sparsi in decine di migliaia di server, in un’unica o in pochissime grandi piattaforme. Un incarico che gli osservatori del settore ritengono possa valere fra i cinque e i sei miliardi di euro.

Ne parla il Corriere della Sera, facendo riferimento anche a dei segni che evidenzierebbero che ci si sta muovendo verso questa direzione. Uno tra questi, l’articolo 35 del decreto Semplificazioni, in cui si afferma che la Presidenza del Consiglio “promuove lo sviluppo di un’infrastruttura ad alta affidabilità localizzata sul territorio nazionale per la razionalizzazione e il consolidamento dei Centri per l’elaborazione delle informazioni”.

Entro luglio è previsto il termine dei bandi indetti per la fornitura di servizi cloud della Consip, la stazione appaltante dello Stato.
È stato imposto il vincolo di mantenere i dati sul territorio nazionale, così sembrerebbe che le tre big Tech americane stiano costruendo in fretta le capacità di cloud in Italia. Amazon ha lanciato 3 Centro-dati in Lombardia per un investimento che vale centinaia di milioni. Microsoft ha annunciato la costruzione di cloud in Italia per 1,5 miliardi in alleanza con Poste. Google ha fatto lo stesso per poco meno di un miliardo, in accordo con Tim.

Le possibilità di scelta non ricadrebbero solo sui colossi americani. Dal canto loro Francia e Germania stanno lanciando la proposta Gaia-X, un consorzio per un cloud europeo aperto anche all’Italia. Probabilmente alla fine l’Italia sarà costretta a cedere all’ennesimo ricatto dell’Europa.

Una questione così importante per i cittadini e per il futuro del paese, per la democrazia, per le libertà individuali, non può essere dibattuta e discussa quasi in segreto c’è bisogno che l’ opinione pubblica partecipi a questa decisione.