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“Allarme booster negli adolescenti”. I dati dei Cdc americani mostrano un quadro preoccupante. La situazione

Pubblicato il 14/09/2022 21:10

L’allarme arriva dai Centers for disease control and prevention americani (Cdc), i quali hanno pubblicato alcuni nuovi e interessanti dati. Ciò che emerge è un aumento dei casi di infiammazione cardiaca legata al vaccino contro il Covid tra i giovani maschi. Il Vaccine safety datalink, nello specifico, è un «un progetto di collaborazione tra l’Immunization safety office dei Cdc e nove organizzazioni sanitarie» ed è progettato per «monitorare la sicurezza dei vaccini e condurre studi sugli eventi avversi rari e gravi dopo l’immunizzazione».
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Tramite i dati riportati oggi da La Verità, la struttura ha evidenziato che, entro una settimana dal vaccino PfizerBiontech a due dosi, si sono verificati 14 casi di miocardite o pericardite tra 102.091 maschi di età compresa tra 16 e 17 anni. Nei maschi tra i 12 e i 15 anni ci sono stati 31 casi su 206.000 in una settimana. Ne deriva che il tasso di incidenza per fasce di età è di 1 caso ogni 6.600 vaccinazioni tra i 12 – 15 anni e di 1 caso ogni 7.262 nella fascia superiore: tra i 16 e i 17 anni. Dunque, più gli adolescenti sono giovani e più sembrerebbe essere alto il rischio di andare incontro a complicazioni cardiache. Prima di questo studio infatti, a maggio, i Cdc avevano affermato che le segnalazioni di infiammazione cardiache legate al vaccino Pfizer erano molto più basse nei ragazzi di età compresa tra 5 e 11 anni rispetto agli adolescenti e ai giovani maschi. In quel gruppo, il tasso di infiammazione cardiaca era di 2,7 casi per milione.
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Successivamente l’agenzia ha osservato che «la miocardite è un evento raro dopo la vaccinazione di richiamo con mRna» e che ha «verificato 131 casi di miocardite segnalati a Vaers in persone dai 5 anni in su dopo 123.362.627 milioni di vaccinazioni» con il booster. Nell’analisi dei dati, «l’incidenza di miocardite e pericardite dopo la prima dose di richiamo e la dose 2 della serie primaria sono simili, sebbene il conteggio dei casi sia piccolo e gli intervalli di confidenza attorno alle stime puntuali siano ampi», hanno affermato i Cdc. Nella fascia d’età dei maschi tra 16 e 17 anni, però, risulta che dopo il primo booster il tasso di problemi al cuore è salito a 188 per milione. Ma non è tutto, perché un altro studio condotto dalla dottoressa Tracy Hoeg, con il Dipartimento della salute della Florida, e pubblicato a metà del 2021, ha mostrato cifre simili a quelle presentate al comitato consultivo del Cdc il primo settembre.
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La Hoeg, infatti, ha sottolineato che lei ed altri avevano pubblicato uno studio preliminare l’anno scorso, dove si evidenziava un tasso di 94 casi di miocardite per milione nei maschi di età compresa tra 16 e 17 anni e 162 per un milione tra 12 e 15 anni maschi di un anno. Inoltre, l’esperta ha messo in dubbio le recenti dichiarazioni rilasciate dai funzionari dei Cdc, che hanno comunque raccomandato la dose booster a chiunque abbia almeno 12 anni. «Oggi i Cdc raccomandano senza avere o mostrare dati su benefici o rischi che tutti i ragazzi dai 12 anni in su ottengano un booster bivalente». Dunque il tema è proprio questo; con i vaccini aggiornati non cambiano gli effetti avversi e quindi è legittimo chiedersi se, all’aumenta re delle dosi, non corrisponda anche un rischio più alto di andare incontro a miocarditi o pericarditi soprattutto per i maschi adolescenti. Ma se negli USA almeno se ne discute, in Italia l’argomento “effetti collaterali” sembra essere ancora un tabù.

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