Fatto l’embargo, trovato l’inganno. Con l’Italia che, come sempre da quando è nata l’Unione Europea, continua a tirare dritto rispettando gli impegni comuni, mentre la Germania, e non è certo una novità, difende i propri interessi anche a costo di sconfessare le promesse fatte da Bruxelles. La guerra in Ucraina sta infatti continuando, in questi giorni, non solo nelle città al centro del conflitto ma anche per via diplomatica. Con la decisione di Putin di chiudere i rubinetti del gas a Polonia e Bulgaria che ha spinto gli Stati a fare qualche riflessione e, soprattutto, parecchi conti in tasca.
Di fronte alle mosse dello zar russo, che ha minacciato di sospendere le forniture a tutti i Paesi che non pagheranno in rubli, l’Europa ha apparentemente ha deciso di mostrare i muscoli. Tanto che Luigi Di Maio, galvanizzato dalle rassicurazioni arrivate da Bruxelles, ha sfidato apertamente la Russia: “Noi paghiamo in euro e il gas ci arriva lo stesso”. Parole arrivate proprio mentre Berlino assumeva posizioni ben diverse.
La società energetica tedesca Uniper, infatti, ha annunciato di voler pagare il gas proveniente da Mosca attraverso una banca russa e non più attraverso un istituto con sede in Europa. La notizia è stata diffusa dal quotidiano Rheinische Post che ha raccolto le dichiarazioni di un portavoce del gruppo: “Il nostro piano è quello di fare i nostri pagamenti in euro su un conto in Russia”. Il sistema si basa sull’utilizzo di conti presso Gazprombank, che convertirebbe poi i pagamenti effettuati in euro o dollari in rubli.
Una soluzione decisamente di comodo che permetterà alla società tedesca di continuare a comprare gas russo senza incappare nelle sanzioni decise dai Paesi Ue, tra i quali la stessa Germania. Nel silenzio generale, insomma, le aziende italiane si trovano costrette a fare i conti con mesi difficili, quelli in arrivo, con il rischio di un razionamento dei consumi energetici che non lascia dormire sonni tranquilli. I nostri cugini di Berlino, invece, al solito hanno già trovato il modo di aggirare le regole a loro esclusivo vantaggio. L’Unione Europea, d’altronde, è sempre stata questo: un sistema che tutela gli interessi di pochi a svantaggio di tutti gli altri.
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