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“700 mila euro in fumo”. Speranza e il suo ennesimo disastro: come è riuscito a sprecare altri soldi pubblici

Pubblicato il 29/12/2022 09:42

Dovessimo metterci a elencare tutti i disastri dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza (e del fu commissario all’emergenza Domenico Arcuri) riusciremmo facilmente a riempire quaderni interi. Flop continui dei quali si sono fatti carico, loro malgrado, gli italiani. Nella lista non può mancare un riferimento alla famigerata app Immuni, quella che stando agli esponenti del governo Conte avrebbe dovuto consentire di tracciare i casi di positività al Covid e permettere alla popolazione di muoversi in sicurezza, tutto attraverso dei semplici gesti delle dita sullo schermo del telefonino. Un progetto costoso (e parecchio) e mai decollato, definitivamente accantonato ora dall’esecutivo Meloni. Ma quanti soldi pubblici abbiamo dovuto spendere, di preciso, per questa trovata? Per capire la portata del fallimento, però, è necessario armarsi di calcolatrice e darsi a qualche rapida operazione matematica. (Continua a leggere dopo la foto)

Il nuovo ministro della Sanità Orazio Schillaci ha fatto sapere che dal 31 dicembre l’app Immuni andrà in pensione. Sarà infatti dimessa la piattaforma unica nazionale per la gestione dell’allerta Covid, nonché la relativa applicazione. Allo stesso modo, stop “a ogni trattamento di dati personali effettuato”. L’app sparirà insomma nel nulla, scomparendo anche dagli store dei telefonini. In parecchi, in realtà, non sapevano nemmeno che funzionasse ancora. (Continua a leggere dopo la foto)

Il virologo Massimo Clementi si è detto sorpreso del fatto che Immuni fosse ancora attiva. Maria Rita Gismondo, diagnostica delle bioemergenze, ha commentato: “E chi l’ha mai vista?”. A testimonianza di come l’app, anche nei mesi precedenti, non sia servita a niente. Peccato che nel frattempo, tra investimenti e campagne di comunicazione varie, abbiamo sborsato oltre 700 mila euro: 34 mila all’inizio, altri 230 mila euro a marzo del 2021 per l’adesione alla convenzione Consip dei concat center, poi 218 mila euro (per lo stesso motivo) nell’autunno dell’anno scorso. Infine, 220 mila euro messi dal Dipartimento per la trasformazione digitale a novembre. (Continua a leggere dopo la foto)

Risultati? Pressoché nulli. Come spiegato da Libero Quotidiano, le stime parlano di un tracciamento dell’1% dei positivi, praticamente zero. Scaricata da circa venti milioni di italiani, Immuni è stata utilizzata da appena 67 mila cittadini con 176 mila notifiche inviate. E pensare che Speranza ne aveva parlato come di uno “strumento indispensabile”.

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