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Draghi sfida i partiti: ecco a chi potrebbe affidare le poltrone più ambite

Pubblicato il 18/02/2022 16:25

Il Premier è chiamato ad esprimersi sull’operato dei manager delle principali aziende controllate e partecipate dallo Stato. Sono 49 le società e 41 i collegi sindacali, per un totale di 350 poltrone sulle quali si dovrà decidere se confermare i presenti oppure individuare altre personalità; indubbiamente una grossa opportunità per i partiti per poter acquisire maggiore influenza a livello gestionale.
La linea da tenere però sarà, ovviamente, quella di Mario Draghi, il quale, plausibilmente, cercherà di introdurre nelle posizioni più strategiche i suoi uomini di fiducia, in linea con quanto fatto in precedenza con Cassa Depositi e Prestiti, FS e la nomina del Commissario Straordinario.
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In gioco ci sono strutture ed asset strategici, da Invitalia a Snam, da Fincantieri a Italgas; si tratta quindi di una fase molto delicata per quanto concerne il futuro dirigenziale del Paese.
Alcuni nomi eccellenti sono già in bilico e potrebbero esserci grossi scossoni: voci di corridoio, infatti, raccontano di un possibile passaggio di testimone tra Domenico Arcuri e Bernardo Mattarella (nipote del Presidente della Repubblica ed attuale Amministratore Delegato di Banca del Mezzogiorno), il quale, probabilmente, andrà a capeggiare l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa.
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Domenico Arcuri Bernardo Mattarella

Il possibile giro di boa coinvolge anche due tra le principali aziende coinvolte nella transizione energetica: Snam e Italgas; entrambe, infatti, hanno come socio di riferimento CDP, dove Draghi ha già sistemato Dario Scannapieco, uno dei propri alfieri più fidati. Dunque il Premier dovrà decidere se preferire un suo uomo oppure valorizzare la capacità gestionale di un altro profilo. Marco Alverà (ex manager di ENEL e ENI) è infatti un altro candidato papabile per la gestione di questa importante partecipata, avendo consolidato il proprio ruolo in Europa come leader delle infrastrutture a gas.
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Dario Scannapieco Marco Alverà

Anche per quanto concerne Fincantieri c’è un cambio in vista. Giuseppe Bono, classe 1944, è infatti da 20 anni al comando della controllata e verrà sostituito, probabilmente, per ragioni anagrafiche. Stessa cosa per Saipem, attualmente capitanata da Francesco Caio, personaggio al centro di una bufera che ha minato la sua credibilità sui mercati finanziari.

C’è aria di cambiamento, insomma. Draghi e l’attuale Governo si troveranno a dover decidere nuovamente le sorti future dell’intero Paese in uno dei momenti più delicati della nostra storia post-bellica.

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