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“Classificati come pazienti Covid anche se il tampone era negativo”: la denuncia di Restart

Pubblicato il 09/02/2022 10:46

Aveva scatenato polemiche a non finire un servizio realizzato negli scorsi giorni dalla trasmissione Rai Restart, che mostrava il business dei malati di Covid negli ospedali: il conteggio dei reali contagiati e dei deceduti a causa del virus “viene gonfiato appositamente” per avere accesso ai rimborsi legati al numero di pazienti colpiti dal virus all’interno della struttura e che richiedono cure specifiche. Uno scandalo che non accenna a sgonfiarsi, con il programma che è tornato sull’argomento fornendo ulteriori, inquietanti retroscena che aiutano a capire cosa è accaduto realmente, in Italia, in questi mesi concitati segnati dalla pandemia.

Nelle prossime ore, la trasmissione trasmetterà un nuovo servizio curato dalla giornalista Valentina Noseda e che tornerà proprio sul caso dei rimborsi, che prevedono 3.713 euro a favore degli ospedali per ogni ricovero Covid e 9.697 euro se il pazienti finisce in terapia intensiva. Secondo La Verità, che ha anticipato il contenuto del servizio, saranno mostrate le testimonianze di persone che hanno potuto assistere con i propri occhi alle storture ormai all’ordine del giorno in diverse strutture italiane, tutte finalizzate a gonfiare i numeri rispetto alla reale emergenza e portare in cassa, di conseguenza, più soldi possibili.

All’interno della puntata, sarà data voce a parenti di pazienti registrati ufficialmente come morti per Covid che hanno richiesto di poter vedere il tampone dei loro cari scomparsi senza avere risposta. O, peggio ancora, scoprendo che il test era in realtà negativo. Casi che sollevano un inquietante interrogativo: con queste premesse, qual è stata la reale portata della pandemia nel nostro Paese? Su quali basi sono state prese certe decisioni per il contrasto dell’emergenza?

La giornalista Noseda, scrive la Verità, ha raccolto testimonianze di cittadini che, andati in ospedale per ritirare impegnative per dei loro parenti, hanno scoperto che questi ultimi erano stati classificati come positivi nonostante l’assenza di un tampone che confermasse questa diagnosi. Alla richiesta di spiegazioni, “erano stati mandati via in malo modo”. Il motivo di questa ennesima manipolazione della verità? Difficile dirlo con certezza, ma il sospetto è ancora una volta ci sia di mezzo, purtroppo, nient’altro che il vil denaro.

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