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Industriali disperati per il lockdown issano il Tricolore a mezz’asta: “Così moriamo noi”

Pubblicato il 13/04/2020 12:44

Gli industriali toscani (e non solo) sono sull’orlo della disperazione a causa del lockdown e alla mancata ripartenza dell’Italia. E così hanno deciso di fare un gesto davvero eclatante: issare a mezz’asta le bandiere dell’Italia e dell’Unione Europea come si fa in segno di lutto. Come racconta Giacomo Salvini su Il Fatto Quotidiano “il tono è grave e le reazioni da lutto nazionale. Ma stavolta non c’era nessuna vittima del coronavirus da ricordare: gli imprenditori toscani hanno deciso di fare questo gesto per esprimere al governo il proprio ‘scontento e protesta’ per la decisione del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, di non riaprire le fabbriche fino al 3 maggio”.

La “protesta” di Confindustria Toscana arriva a pochi giorni dalla presa posizione degli industriali del nord (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna) che mercoledì avevano firmato un documento congiunto in cui chiedevano al governo di riaprire subito le fabbriche: “Prolungare il lockdown significa continuare a non produrre – hanno scritto gli industriali – perdere clienti e relazioni internazionali, non fatturare con l’effetto che molte imprese finiranno per non essere in grado di pagare gli stipendi del prossimo mese”.

“Delusione, incredulità, preoccupazione crescente”, è stata la reazione di Confindustria in una nota diffusa sabato mattina e non è detto che la protesta sia finita qui. La prossima settimana, dice a ilfattoquotidiano.it una fonte interna agli industriali toscani, potrebbe esserci “un’altra dimostrazione di forza” e “iniziative anche eclatanti” per convincere il governo a riaprire il settore manifatturiero prima del 4 maggio: si sta valutando se bloccare un tratto dell’autostrada A11 che da Firenze passa proprio per Prato, Pistoia e Lucca o la ferrovia.

Un colpo a sorpresa che la Regione Toscana sta provando a sventare. “Non è escluso che qualcuno decida di riaprire le fabbriche in barba alle norme. Per Confindustria rimane il ‘problema più grave’ ovvero ‘quello delle chiusure che, ulteriormente prolungate, rischiano di segnare una condanna a morte per le impreseì. Poi l’avvertimento: ‘Molte delle aziende che hanno dovuto sospendere l’attività avrebbero, nonostante la pandemia, ordinativi soprattutto esteri significativi e sarebbero pienamente in condizione di evaderli in sicurezza – si legge nella nota – C’è forte scontento nelle imprese chiuse, consapevoli di perdere in questo periodo clienti che si stanno rivolgendo a fornitori di altri paesi e che sarà difficile recuperare'”.

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