Rovescio completamente il tavolo: a che titolo uno Stato che non mi considera più degno dei diritti fondamentali mi chiede il pagamento delle tasse e vorrebbe che mi sentissi moralmente in colpa? È lo Stato che si dovrebbe sentire in colpa – e non lo farà mai – per la montagna di sprechi e di privilegi che non è riuscito a demolire, per le ingiustizie sociali che tollera, per le angherie piccole e grandi che fa finta di non vedere e che producono continui danni ai consumatori che sono per lo più cittadini.
Pago le tasse solo perché temo conseguenze legali ma lo faccio con un senso di rabbia e di ribrezzo che supera solo il senso di rabbia che comunque provo per chi, le tasse, non le paga. Pago le tasse per cosa?
Per avere una burocrazia che finge modernità e che invece usa la digitalizzazione per complicarmi ancor più la vita? Le pago per avere i Pronto Soccorso dove immigrati magari irregolari pretendono di essere curati prima di tutti, perché proiettano le abitudini dell’Esquilino in corsia? Le pago per avere una cura fra mesi e mesi? Le pago per poi dover pagare qualcuno (l’uomo del saltafila) per ottenere la carta d’identità, il passaporto o altri documenti? Le pago per avere pezzi di città nelle mani della criminalità o di bande di ragazzini violenti a cui le forze dell’ordine non possono nemmeno restituire metà della loro violenza? Le pago per una giustizia che è un disservizio come pochi? Le pago per un sistema di trasporti nelle mani dei sindacati?
Chi paga le tasse pretende e merita rispetto! Invece no. Chi le paga deve sentirsi pure la lezioncina di chi ti dice che “bisogna pagarle perché siamo una comunità” e questi sono “discorsi populisti”. Ma che comunità e comunità? Chi non paga le tasse è uno stronzo, ma non lo è più dello Stato. Dei suoi burocrati, dipendenti o dirigenti. Dal cui stipendio il “loro” Stato trattiene la quota fiscale: non provo particolare solidarietà. Pago le tasse e dedico il mio versamento a quei militari, poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco, sanitari, insegnanti che lo Stato tratta come mentecatti. Chiedo scusa per le volte che ce la prendiamo con costoro e non lo meritano.
Entriamo nel clima della manovra economica e, come sempre, la questione fiscale sarà centrale. La segretaria del Pd ha parlato di patrimoniale e quelli della sinistra hanno esultato: ci manca anche la patrimoniale! Il centrodestra non so come farà quadrare i conti avendo deciso di star dietro alle regole di una Europa che fra sette anni sarà sempre più sbilenca: oggi è una entità assurda, impalpabile, ma è un esattore rigoroso fintanto che la Commissione è questa e i governi non hanno il coraggio di recidere il nodo gordiano. Il governo dice che paghiamo il bubbone del Superbonus: nessuno in campagna elettorale aveva mai detto di abrogarlo. E comunque se un cittadino ha applicato una legge dello Stato perché ora dev’essere penalizzato?
Ultima questione, che riprenderò spesso: perché dobbiamo pagare tutte queste tasse quando nel mondo che ci circonda ce la dobbiamo vedere con algoritmi, intelligenza artificiale, robotizzazione e altre diavolerie? Devo pagare le tasse perché i nuovi padroni del mondo ne pagano solo un po’? Beh, allora evado anche io senza sentirmi in colpa. Come la mettiamo?