I giornali l’hanno già ribattezzata “La Commissione innocenti fino a prova contraria”. Un titolo che è la perfetta sintesi delle scelte fatte a Bruxelles da Ursula von der Leyen, che a breve insieme ad alcuni suoi candidati potrebbe ricevere una spiacevole visita: quella degli investigatori pronti a interrogarla, alla stregua delle commissioni parlamentari. Una situazione che rischia di farsi particolarmente scomoda. saranno probabilmente interrogati nelle prossime settimane (o mesi) da investigatori e commissioni parlamentari come parte delle indagini in corso – a Bruxelles o nei loro paesi di origine. Una situazione che minaccia di far deragliare le loro candidature.
Uno dei nomi più importanti tra i commissari scelti, l’ex ministro francese Sylvie Goulard, è finita da poco in una stazione di polizia a Nanterre, un sobborgo a ovest di Parigi, dove è stata interrogata: l’accusa per lei e altri deputati francesi è quella di aver assunto con fondi dell’UE assistenti che lavoravano per i loro partiti in Francia. La sua posizione è emblematica dei problemi che affliggono la squadra von der Leyen. Anche Rovana Plumb, la commissaria per i trasporti e più volte ministro in Romania, è ad esempio invischiata in un caso di corruzione risalente al 2017: è stata accusata di aiutare il leader del suo partito socialdemocratico per un accordo immobiliare.
La lista è lunga: il commissario europeo per l’agricoltura, Janusz Wojciechowski, della Polonia, è sotto inchiesta da parte dell’agenzia antifrode dell’UE (OLAF) per presunte irregolarità nei rimborsi spese di viaggio durante il suo mandato come deputato europeo, dal 2004 al 2014. E la von der Leyen? In evidente imbarazzo, ha risposto alla stampa: “L’OLAF è un organo indipendente ed è così che dovrebbe essere. Si presume sempre che uno sia innocente, come ha giustamente sottolineato”.
Anche Ursula, però, non se la passa bene, visto che affronta lo scandalo delle spese delle consulenze esterne in Germania: attende di essere convocata dalla commissione d’inchiesta del Bundestag per i sospetti di violazione delle norme sugli appalti e per nepotismo quando era a capo del ministero della difesa. Una commissione investigativa del parlamento tedesco sta esaminando in che modo i contratti al dicastero siano stati assegnati a consulenti esterni senza un’adeguata supervisione. Un problema già noto al momento della sua elezione ma che, sommato ai guai del resto del team, rischia di far partire la sua avventura già molto, molto in salita.
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