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Quarantene forzate, scatta l’allarme all’Ikea ed è il delirio. La fuga prima che le porte si chiudano (VIDEO)

Pubblicato il 16/08/2022 20:00 - Aggiornato il 16/08/2022 20:01

Caos in una filiale Ikea a Shanghai sabato scorso, dopo che le autorità sanitarie della città hanno ordinato la chiusura del negozio. La folla si è precipitata verso le uscite in preda al panico, disperata al sol pensiero di essere rinchiusa dentro il negozio per via delle stringenti ed assurde regole governative. La causa è da imputarsi ad uno stretto contatto di un caso di Covid-19 rintracciato all’interno della struttura tramite i sistemi di controllo cinesi. Un bambino di 6 anni asintomatico sarebbe alla base della delirante catena di tracciamento dei contatti. Testate cinesi riportano che ben 80mila persone sarebbero state collegate al bambino e dovranno tutte sottoporsi a test.
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Diversi video sui social media hanno mostrato clienti che urlavano e si spingevano a vicenda nel tentativo di fuggire dall’edificio prima che le porte si chiudessero. In una conferenza stampa domenica, Zhao Dandan, vicedirettore della Shanghai Health Commission, ha affermato che il “negozio e l’area interessata” sarebbero stati gestiti a “ciclo chiuso” per due giorni. Le persone all’interno del circuito devono sottoporsi a due giorni di quarantena presso una struttura governativa e cinque giorni di sorveglianza sanitaria.
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Lunedì, le autorità sanitarie della città hanno segnalato sei casi di Covid-19 trasmessi localmente a Shanghai, di cui cinque asintomatici. Il negozio Ikea nel distretto Xuhui di Shanghai è stato temporaneamente chiuso domenica e lunedì, in risposta alle “linee guida per la prevenzione delle epidemie” delle autorità, con la riapertura programmata per la giornata di oggi. Shanghai, la capitale finanziaria della Cina e patria di 25 milioni di persone, è stata bloccata per due mesi all’inizio di quest’anno, provocando una diffusa rabbia pubblica poiché i residenti hanno segnalato difficoltà nell’ordinare gli elementi essenziali quotidiani, inclusi cibo e medicine. Il blocco è stato imposto in base alla rigida politica cinese zero-Covid, che si basa su test di massa, estese quarantene e persino confinamento di intere città per eliminare qualsiasi recrudescenza del virus.
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Basandosi sulla tecnologia mobile e sui big data, il governo cinese utilizza un sistema di “codice sanitario” basato sui colori per controllare i movimenti delle persone e frenare la diffusione del virus, qualcosa di simile al nostro Green Pass. In molte città cinesi, i cittadini devono presentare un codice QR di colore verde per poter utilizzare i mezzi pubblici o entrare in luoghi come centri commerciali, palestre e ristoranti. Il sistema registra la loro ubicazione e se sono stati in contatto con un caso confermato di Covid-19: coloro i cui codici sanitari diventano rossi dovranno affrontare il confinamento in strutture di quarantena.

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