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L’Europa vuole il suo server personale: ancora una volta i nostri dati nelle mani di chi ha deficit di democrazia

Pubblicato il 04/01/2020 13:13

Forse non tutti lo sanno, tra i cittadini sparsi per i vari Paesi dell’Unione Europea, ma in Germania si sta discutendo della nascita di una rete di sistemi cloud per gestire i dati degli utenti Ue, evitando così che queste preziose informazioni siano nelle mani dei colossi americani. Il nome in codice del progetto, anticipato da Fabio Savelli sulle pagine del Corriere della Sera, è Gaia-X. La nascita del “server sovrano” europeo è uno dei punti nel programma della nuova Commissione guidata da Ursula von der Leyen, che ha parlato dell’urgenza di sottrarre dati sensibili ai vari Google, Amazon, Microsoft e via dicendo, tutti battenti bandiera a stelle e strisce, per portarli in Europa.

L'Europa vuole il suo server: i nostri dati a chi mostra deficit di democrazia

L’idea non è in realtà del tutto nuova. In passato a ragionare su un meccanismo analogo era stata la Francia, che aveva annunciato il sistema Andromède per gestire le infrastrutture di una vera e propria “centrale digitale” a vocazione europea, un progetto che nelle intenzioni doveva vedere la partecipazione dello Stato al fianco di imprenditori privati e che però era naufragato per mancanza di accordi tra le parti. In entrambi i casi, idee piene di buone intenzione ma che nascondono insidie pericolosissime, che andrebbero tenute bene a mente ogni volta che si affrontano argomenti analoghi.

L'Europa vuole il suo server: i nostri dati a chi mostra deficit di democrazia

La sicurezza, innanzitutto. L’esempio della stessa Germania, costretta poco più di un anno fa a fare i conti con un massiccio attacco informatico che aveva interessato quasi tutti i partiti tedeschi, compreso l’account di Angela Merkel, è stato in questo senso significativo. Per non parlare della scelta di affidare i nostri dati a quell’Unione Europea finita più e più volte nel mirino per la sua mancanza di democrazia, e che ora vorrebbe invece ergersi a paladina in difesa delle informazioni dei cittadini minacciate dagli Stati Uniti. Il tentativo, in sostanza, di creare un’alternativa ai due grandi ecosistemi digitali, quello americano da un lato e quello cinese dall’altro.

L'Europa vuole il suo server: i nostri dati a chi mostra deficit di democrazia

Dipendere dall’America significa d’altronde lasciar archiviare i dati su server che, pur trovandosi fisicamente in Europa, rispondono alle norme statunitensi sull’accesso alle informazioni sensibili, quel Cloud Act che il Consiglio Europeo aveva in passato messo in discussione evidenziano i punti di conflitto tra la propria legislazione e quella a stelle e strisce. Avere un server comunitario permetter di evitare possibili futuri problemi. Con la consapevolezza che, però, ancora una volta i nostri dati non sarebbero probabilmente nelle mani migliori.

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