Una coincidenza bislacca, non c’è che dire. Ma sicuramente solo una coincidenza, che a pensar male si rischia di fare peccato. Il passaggio dal governo gialloverde a quello, ormai in dirittura d’arrivo, giallorosso ha scatenato di colpi gli entusiasmi di Bruxelles, pronta di colpo a plaudire un’operazione che vedrà il Pd tornare al governo dopo una breve assenza, quella segnata dai quattordici mesi di convivenza tra Lega e Cinque Stelle. Una notizia subito applaudita, tra i tanti, dal commissario al bilancio uscente Günther Oettinger.
Esponente dello stesso partito di Angela Merke, Oettinger è stato rapidissimo nel tendere la mano alla maggioranza nascente: “Se cambiano i toni da Roma, faremo tutto il possibile per facilitare il lavoro del nuovo esecutivo italiano”. Specificando poi che i temi su cui intervenire riguardano innanzitutto i migranti e la prossima manovra economica, da affrontare sulla base di un “dialogo costruttivo”. Ottimismo diffuso, insomma. Entusiasmo. Casuale? Sicuramente.
Una linea sposata anche dal ministro delle Finanze tedesco, il socialdemocratico (Spd) Olaf Scholz, secondo il quale l’incarico per la formazione di nuovo governo in Italia è “una buona notizia per l’Europa”. “Mi rallegro che con ogni probabilità in Italia finisce la crisi di governo e può ora prendere il timone un governo nuovo, stabile e progressista”. Si festeggia, insomma, il ritorno del Pd alla guida del Paese. E i maligni potrebbero pensare “basta essere d’accordo con loro e arriveranno subito tutti i palliativi del mondo”. Sbagliando, per carità.
Alla grande festa per la conferma di Conte e l’avvio del dialogo stringente tra dem e grillini si è aggiunto anche il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, che ha augurato al premier di “riuscire nel suo compito di formare un governo. L’Italia gioca un ruolo centrale nella famiglia europea e contiamo sul suo contributo attivo al progetto europeo”. Da problema, lo Stivale si è trasformato in prezioso tassello per il bene comune. Una trasformazione lampo. In fondo, per fare tutti felici bastava riportare Renzi & co. in prima linea. E i problemi, di colpo, sembrano più lontani.
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