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Dalla Germania alla Francia, tutti i governi in campo per aiutare i cittadini. Mentre l’Italia aspetta ancora Bruxelles

Pubblicato il 27/03/2020 18:09

Dando una sguardo alle manovre attuate e pianificate dagli altri Stati, riportate da “La stampa”, ci si può rendere conto della sostanziale differenza tra i loro e i nostri interventi. Quali sono i piani di intervento per far fronte alle conseguenze della crisi economica provocata dal coronavirus all’interno dell’Eurozona?

La Germania raddoppia l’aiuto stanziato a sostegno della situazione economica: da 550 a 1.100 miliardi. Si tratta dell’Intervento più grande mai messo in campo nella storia della Germania. Gli aiuti andranno a imprese, lavoratori e sanità. Il nuovo fondo di stabilizzazione economica da solo mobiliterà 600 miliardi di euro di cui 400 di garanzie per i debiti delle imprese, 100 per prestiti o investimenti azionari e 100 per sostenere la banca d’investimento centrale, la quale a sua volta sarà in grado di garantire in futuro prestiti per circa 822 miliardi. 55 miliardi da utilizzare liberamente in caso di necessità per combattere la pandemia e 3,5 a favore della sanità.
La Francia vara un piano di sostegno di 45 miliardi, a favore di imprese e lavoratori. Vengono garantiti 300 miliardi di euro di prestiti alle imprese. In via eccezionale è previsto il rinvio del pagamento degli oneri fiscali e sociali. E’ stato annunciato anche un piano di 4 miliardi per sostenere la liquidità delle start up. 5 miliardi in 10 anni stanziati per la ricerca, di cui uno nel campo sanitario. I nuovi stanziamenti si vanno ad aggiungere al fondo di 50 milioni che era già stato predisposto per il coronavirus.
A Londra il governo è pronto a pagare l’80% degli stipendi britannici. Gli esercenti non dovranno pagare l’IVA fino a fine giugno. Vengono garantiti 330 miliardi di sterline a garanzia dei prestiti e  per 12 mesi la sospensione delle imposte sulle imprese locali per i settori della vendita al dettaglio, del turismo e del tempo libero. 
Vengono mobilitati in Spagna 200 miliardi, di cui 100 a garanzia dei prestiti e 17 di aiuti alle imprese. E’ prevista una moratoria di tre mesi sul pagamento dei mutui della prima casa di lavoratori dipendenti e autonomi che si trovano in situazione di vulnerabilità e di persone colpite dal coronavirus. Esenzione del 100% dai contributi per le piccole e medie imprese che mantengono l’occupazione e 75% per le altre società. I lavoratori autonomi maggiormente colpiti dalla crisi sono esentati dal versamento dei contributi previdenziali. 

Fuori dai vincoli di bilancio imposti dall’Europa, invece, gli USA realizzano la più imponente manovra mai realizzata, che corrispone a ben 2.200 miliardi di dollari. Gli aiuti saranno diretti nelle tasche delle famiglie, 1.200 per adulto e 500 per bambino. 500 miliardi di prestiti e aiuti alle grandi aziende, 370 alle piccole e 100 agli ospedali. 
E in Italia? Solo spiccioli. Appena 600€ per le partite iva (ma non tutte) e un rinvio dei pagamenti dei tributi che arriva così tardi da essere inutile. In tutto meno di 50 miliardi di aiuti che però, finora, sono rimasti sulla carta, complice soprattutto l’eterna burocrazia italiana. Quella stessa macchina bizantina che è riuscita in 3 settimane a partorire 3 autocertificazioni, ma nessun aiuto concreto per un Paese ormai allo stremo.