Continua l’escalation, arrivano le prime sanzioni
Nella notte tra lunedì 21 e martedì 22 febbraio la situazione in Donbass è peggiorata. Il Presidente russo Putin ha riconosciuto ufficialmente l’indipendenza delle repubbliche filorusse di Lugansk e Donetsk, situate nella parte est dell’Ucraina. (Continua a leggere dopo la foto)
Dopo il riconoscimento, appellandosi alla necessità di «mantenere la pace» e «proteggere» la popolazione filorussa, Putin ha inviato truppe russe in quello che è di fatto ucraino. Nella notte consiglio sicurezza ONU: “Rischio di una grande guerra”. Il Presidente ucraino Zelensky: “Non ritireremo le truppe dal Donbass”. Scattano le sanzioni alla Russia da USA e Regno Unito, Germania sospende autorizzazione per il gasdotto Nord Stream2. Borsa: Mosca pesante (-5%) ma rublo inverte rotta. Continua a cadere invece la valuta di Kiev, in forte ribasso sui mercati valutari e peggiore tra le monete emergenti.
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Johnson annuncia sanzioni contro 5 banche russe, congelati i beni di tre oligarchi vicini a Putin
Il Premier britannico Boris Johnson è stato tra i primi e tra i più incisivi con le sanzioni, in un discorso in Parlamento ha infatti annunciato sanzioni contro 5 banche russe e tre oligarchi vicini al presidente Putin. Le banche coinvolte sono Rossiya, IS Bank, General Bank, Promsvyaz Bank e Black Sea Bank. I tre oligarchi sono: Gennady Timchenko, Boris Rotenberg e Igor Rotenberg. Tutti i loro beni nel Regno Unito verranno congelati e il loro ingresso nel Paese vietato, ha precisato il leader britannico. Si tratta comunque di una prima tranche di sanzioni (qui il documento ufficiale): le altre in preparazione sono ancora più dure, ha aggiunto Johnson. (Continua a leggere dopo la foto)
Bloccato il gasdotto
La prima sanzione, invece, dell’Europa continentale è stato il blocco della certificazione da parte della Germania al nuovo gasdotto: “Alla luce delle ultime azioni della Russia la certificazione per l’avvio della pipeline Nord Stream 2 non potrà essere data”. Poche parole, ma molto precise: il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha di fatto “spento” il Nord Stream 2, il gasdotto cioè capace di aumentare la portata di gas russo diretto verso la Germania e verso l’Europa. La Casa Bianca plaude alla decisione di Berlino. L’amministrazione Biden annuncerà nelle prossime ore le misure che intende prendere.
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Draghi preferisce il dialogo
In Italia il Mario Draghi si è così espresso in merito alle tensioni in corso: «Voglio esprimere la mia più ferma condanna per la decisione del governo russo di riconoscere i due territori separatisti del Donbass. Si tratta di una inaccettabile violazione della sovranità democratica e dell’integrità territoriale dell’Ucraina.» Queste le parole del Premier in apertura del suo discorso all’insediamento di Franco Frattini al Consiglio di Stato. «Sono in costante contatto con gli alleati – ha aggiunto – per trovare una soluzione pacifica alla crisi ed evitare una guerra nel cuore dell’Europa. La via del dialogo resta essenziale, ma stiamo già definendo nell’ambito dell’Unione Europea misure e sanzioni nei confronti della Russia»