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Siamo più poveri per colpa dell’euro. Ecco quanto sono cresciuti i prezzi e quanto (non) sono cresciuti i salari

Pubblicato il 27/02/2022 12:21

In 20 anni i prezzi sono aumentati del 150%, gli stipendi solo del 50%

L’associazione consumatori Consumerismo No Profit e il Centro Ricerca e Studi di “Alma Laboris Business School” hanno messo a confronto i prezzi di un paniere di 100 elementi tra beni e servizi, analizzando le differenze esistenti tra i listini al dettaglio in vigore ai tempi della lira e quelli odierni.
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I rincari sono generalizzati

Da questa ricerca si scopre che i prezzi di alcuni beni sono addirittura triplicati negli ultimi 20 anni, ad esempio il cono gelato, che nel 2001 costava 1.500 lire (0,77 euro), oggi viene venduto nelle gelaterie in media a 2,50 euro (+224,7%). Una semplice penna a sfera ha subito un incremento del +207,7%, passando dalle vecchie 500 lire (0,26 euro) a 0,80 euro. È più costoso anche mangiare fuori: «La classica margherita consumata in pizzeria ha subito un rincaro del +93,5%, il supplì è aumentato quasi del 124%, e il tramezzino al bar addirittura del +198,7% – spiegano Consumerismo e Alma Laboris Business School – La colazione al bar (cappuccino e cornetto) costa il 93,3% in più, mentre la pausa caffè è più salata del 55,2% (tuttavia negli ultimi giorni i listini dei pubblici esercizi stanno subendo ritocchi a rialzo a causa del caro-bollette)».
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Più costoso anche spostarsi

Brutte notizie anche sul fronte dei trasporti: oggi costa di più prendere l’autobus, con il biglietto che ad esempio a Milano è passato da 1.500 lire (0,77 euro) agli attuali 2 euro (+159,7%). Acquistare una automobile? Per una utilitaria bastavano 10.300 euro nel 2001, oggi la spesa (senza incentivi e rottamazione) si aggira attorno ai 16.150 euro per una piccola utilitaria di media categoria. Il caro benzina, i cui listini alla pompa sono più che raddoppiati rispetto al 2001, è oggi un problema reale. In questi giorni, infatti, stiamo raggiungendo i massimi storici, con un prezzo al litro di benzina di oltre 2 euro sulle reti extraurbane.
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Gli stipendi aumentano ma diminuisce il potere d’acquisito

«Oltre ai prezzi, rispetto ai tempi della lira sono cambiati anche gli stipendi percepiti dagli italiani, che salgono rispetto al passato, ma ad una velocità inferiore – afferma l’amministratore di Alma Laboris Business School, Dario Numeroso – Se nel 2001 la retribuzione media lorda di un lavoratore era di circa 19.500 euro annui, oggi si aggira attorno ai 29.300 euro, con una crescita del +50,2% in 20 anni». Le implicazioni di questa discrepanza tra crescita dei prezzi e crescita degli stipendi si riflettono però sul potere d’acquisto degli italiani, i quali si vedono sempre più in difficoltà nell’affrontare le spese

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