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La mitica Moto Guzzi fa 100 anni! Auguri a un orgoglio italiano

Pubblicato il 07/04/2021 15:57

La mitica Moto Guzzi, un orgoglio e un vanto italiano, taglia il traguardo dei 100 anni. Sul sito motoguzzi.com l’azienda per celebrare questa giornata storica ha pubblicato un estratto dal libro “Moto Guzzi – I cento anni”, edito da Rizzoli e in uscita a maggio. Un modo per raccontare il marchio dal primo periodo postbellico al COVID-19. Cento anni di storia superando ogni guerra. “Moto Guzzi ha scritto un secolo di storia del motociclismo. Sempre fedele ai propri valori, oltre il tempo e oltre le mode, rappresenta l’autentica passione per la moto. Essere Guzzista non racconta la moto che scegli, racconta chi sei”, si legge. (Continua a leggere dopo la foto)

“Per Carlo Guzzi, Giorgio Parodi e Giovanni Ravelli, il sogno di “produrre e vendere motociclette e perseguire altre attività legate o connesse ai settori metallurgico e meccanico” sorse per la prima volta durante la prima guerra mondiale. Meno nelle trincee fangose ​​che nella loro eroica antitesi: i teatri aerei dove gli assi volanti del periodo rischiavano la vita per competere per la gloria. Motociclisti e aviatori tutti insieme, Guzzi, Parodi e Ravelli hanno vissuto e respirato le realtà eroiche e non eroiche della Grande Guerra. Come molti della loro generazione, guardarono oltre il fango e fissarono il loro sguardo sulle strade luccicanti, sui corsi d’acqua e sui cieli del futuro”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Poco importava se la velocità in questione fosse celeste o terrestre o marittima. La velocità significava tutto: progresso scientifico, industria e innovazione, l’avvento di una civiltà delle macchine, nuove libertà, piaceri e forme di svago. È stato cento anni fa. L’azienda che hanno costruito come monumento vivente alla memoria di Ravelli compie oggi, 15 marzo 2021, un secolo. Moto Guzzi ha tenuto il passo sin dal momento in cui la prima moto è uscita dalle linee di produzione a Mandello del Lario. Il primo modello fu la Normale: un veicolo le cui prestazioni erano tutt’altro che normali per gli standard dell’epoca. I successivi cinquant’anni di telai e propulsori Moto Guzzi non si dimostreranno meno vincenti, sia in pista che su autostrade e strade cittadine, spaziando da motori di piccola, media e grande cilindrata confezionati in una vertiginosa serie di configurazioni da singoli e gemelli a quattro e persino otto: il caso del celebre Otto Cilindri”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Intorno al 1965, al vertice di questa catena evolutiva, fa il suo debutto il motore che è diventato la firma del marchio di Mandello: il bicilindrico trasversale a 90 gradi raffreddato ad aria. Il cambiamento è stato innazitutto nella filosofia: lontano dalle prestazioni fine a se stesse, più vicine alle esigenze del mondo reale, lontano dal fare affidamento sulla pista per guidare il processo di sviluppo dei veicoli futuri. Durata, riparabilità, coppia più che potenza vertiginosa sono diventati i mantra a Mandello. Accoppiato alla trasmissione a cardano, standard di Moto Guzzi, questo robusto e affidabile propulsore è stato originariamente costruito pensando agli utilizzi in ambiti istituzionali particolarmente esigenti (come le Forze Armate). Nei decenni successivi ha subito una legione di affinamenti pur rimanendo fedele alla propria personalità originale”. (Continua a leggere dopo la foto)

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“Dal momento della sua fondazione, il marchio dell’aquila non si è limitato a sorvolare la pista e l’asfalto. Ha anche affrontato viaggi fuoristrada sbalorditivi come quando, nel 1928, Giuseppe Guzzi, fratello di Carlo, effettuò un raid di 6.000 chilometri da Mandello al punto più settentrionale della Norvegia, raggiungendo il Circolo Polare Artico, su una Moto Guzzi GT 500 (successivamente ribattezzata Norge). Lo spirito di avventura dell’azienda non si è però limitato al regno del fuoristrada. Si è espresso come un implacabile appetito per l’invenzione e l’innovazione, in particolare durante il mezzo secolo inaugurale del marchio. Moto Guzzi ha aperto la strada a testate a doppia accensione, i primi cavalletti centrali per moto, telai elastici costruiti attorno a un involucro che ospita quattro molle più un forcellone tubolare, sistemi di frenatura collegati, trasmissioni automatiche (come quella della 1000 Convert), il Compact Reactive Shaft Drive, sistema che separa la reazione di coppia della trasmissione finale dell’albero dalla sospensione tramite bracci di reazione flottanti… l’elenco è lungo”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Cento anni dopo che l’aquila di Mandello ha preso il volo, centinaia di modelli e innovazioni dopo, dopo che molti milioni di corse hanno portato l’euforia della velocità ai motociclisti di tutto il mondo, siamo pronti ad inaugurare un secondo secolo Moto Guzzi. Attraverso i secoli, oltre le guerre, oltre le pandemie”.

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