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“È arrivata la tempesta. Inflazione alle stelle e soldi mai arrivati all’economia reale”: Tremonti spiega la crisi

Pubblicato il 11/06/2022 08:40 - Aggiornato il 11/06/2022 08:57

Una “tempesta perfetta” partita però da lontano, da errori perpetrati per dieci lunghi. Con queste parole l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha analizzato l’attuale crisi economica, con la Borsa che negli ultimi giorni ha perso il 7% e lo spread schizzato nuovamente a 237 punti: “What’s past is prologue (ciò che è passato è il prologo, La Tempesta, atto II,). Questo verso di Shakespeare è saggiamente scritto sul frontone degli archivi nazionali di Washington. Da ieri è iniziata la tempesta sul mercato finanziario europeo. È evidente nei volumi delle vendite, nel loro oggetto, nella rapidità e nell’azione che viene dal mercato finanziario nel suo insieme. Vista l’intensità di questa tempesta, per comprenderla bisogna capire da dove e da quando arriva. Il prologo era già nel passato”.

Intervistato dal Giornale, Tremonti ha spiegato: “Tutto questo l’ho scritto in ‘Le tre profezie’: la prima è quella di Marx sulla globalizzazione, che evoca demoni non più controllabili; Leopardi è sulla fine della globalizzazione, come è stato per l’Impero romano quando tutti diventano cittadini romani ma nessuno si sentiva più romano; e infine quella di Goethe, che è il passaggio dal reale a quello che oggi chiameremmo metaverso. Dal cogito al digito ergo sum. Ma servono altri due passaggi”.

“Nel 2009-2010 – ha spiegato Tremonti – si pensa che la crisi della globalizzazione possa trovare una soluzione finanziaria e non strutturale. Il governo Berlusconi propose di adottare un Global legal standard passando dal free al fair trade. L’idea, pure votata dall’Ocse, fu battuta dal Financial stability board, efficacemente presieduto da Mario Draghi. Il quale, sfortunatamente, di stability ne produsse ben poca. Ed è così che si passa al piano B: la illimitata creazione dal nulla del denaro. È così che in Europa la Bce ha superato i due principi dell’euro: l’inflazione come un plafond e il divieto di finanziare i governi”.

Il divieto di finanziamento ai governi “è stato aggirato con la triangolazione governi-banche-Bce: i governi emettono titoli che vengono sottoscritti dalle banche per essere poi venduti alla banca centrale. È così che si crea la moneta dal nulla e la Bce diventa una specie di bad bank. Quella che poteva essere una tecnica di emergenza, è diventata una lungodegenza. Durata 10 anni, con illusoria e universale soddisfazione. Ed è così che il whatever it takes è diventato un whatever mistakes: son stati commessi tutti gli errori possibili. Due anni fa, all’Eurotower, per il cambio di consegne tra i presidenti, in platea ad applaudire c’erano i Capi di Stato e di governo di tutta Europa. Sarebbe stato difficile vedere De Gasperi o Adenauer, Mitterand o Cossiga correre ad applaudire i banchieri”.

“L’immagine che ci trasferisce tale iconografia è questa – ha concluso Tremonti – l’asse del potere si è spostato dai popoli e dai governi alla finanza. Oggi il potere dei banchieri viene contestato dal mercato e dalla realtà. È la fine di un decennio. Dieci anni iniziati con l’austerità e passati attraverso la magia, che a un certo momento ha avuto anche l’evoluzione nell’idea del debito buono. E adesso il processo si è fermato”.

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