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Cuneo fiscale, rischio stangata per 2,9 milioni di italiani: insieme al bonus aumentano i prelievi

Pubblicato il 20/02/2020 11:08

C’è una fetta della popolazione italiana, non proprio piccolissima, che guarda con preoccupazione alla riforma fiscale in atto da parte del governo giallorosso. Persone che guadagnano complessivamente tra i 29 e i 35 mila euro lordi l’anno e che rischiano di trovarsi schiacciati da una tassazione pesante, che potrebbe arrivare a pesare per 60 euro ogni 100, lasciandone in tasca, di fatto, soltanto 40. Una fascia piuttosto nutrita, considerando che statistiche alla mano parliamo di circa 2,9 milioni di italiani.

Cuneo fiscale, rischio stangata per 2,9 milioni di italiani: insieme al bonus aumentano i prelievi

Un allarme che emerge dal dossier dell’Ufficio parlamentare di bilancio sul potenziamento del bonus che dovrebbe entrare in vigore con la busta paga di luglio. Un effetto frutto della cosiddetta “aliquota marginale effettiva”, il cumulo della normale aliquota Irpef al quale va però a sommarsi la riduzione del bonus, che rischia di decrescere a un ritmo troppo veloce. Un problema già evidenziato ai tempi dell’introduzione dei famosi 80 euro di Renzi, con un milioni di lavoratori (che guadagnavano 24-26 mila euro annui) che rischiavano di trovarsi a pagare aliquote fino all’80%.

Cuneo fiscale, rischio stangata per 2,9 milioni di italiani: insieme al bonus aumentano i prelievi

L’effetto è stato stavolta evitato per fasce diretto più basse proiettandosi però su quelle leggermente più alte. A evidenziare i punti critici della riforma fiscale era stato nelle scorse ore il presidente dell’Upb Giuseppe Pisauro che aveva puntato i riflettori sull’equità del trattamento fiscale dei pensionati, delle famiglie monoreddito e bireddito e sulle conseguenze che le scelte avrebbero avuto sui conti pubblici.

Cuneo fiscale, rischio stangata per 2,9 milioni di italiani: insieme al bonus aumentano i prelievi

Tra i dubbi che sorgono di fronte alla manovra c’è, ad esempio, l’effetto sui consumi. Gli 80 euro di Renzi erano destinati a redditi più bassi ed era facile prevedere un forte utilizzo per consumi alimentari. In questo caso la propensione alla spesa potrebbe essere molto diversa, col risultato di alimentare le disparità e rendere più difficile la riforma dell’Irpef. Per quanto riguarda i fondi, al momento calcolatrice alla mano mancherebbero ancora 1,8 miliardi, da recuperare attraverso la prossima legge di Bilancio.

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