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Coronavirus, frena l’auto: -85%. A rischio il 6% del Pil

Pubblicato il 02/04/2020 18:54

Il settore automobilistico rappresenta, secondo i dati riportati dall’Anfia (Associazione Nazionale Filiera automobilisstica italiana), il 6,2% del Pil, traducibili in 105 miliarid di fatturato. Conteggia ben 6.000 imprese e 260.000 addetti diretti e indiretti. A causa delle ripercussioni economiche dovute alla pandemia, Michele crisci, presidente dell’Unrae, stima che tra il 15 e il 20% degli addetti in Italia sono a rischio. Il quadro sarà allarmante e andrà a impattare pesantemente sull’intero sistema in Italia.

Fino ad ora viene registrato un crollo dell’85% nel mercato italiano dell’auto. Nel primo trimestre sono state vendute il 35,47% in meno di auto rispetto al periodo analogo dello scorso anno. Dati così, secondo il Centro Studi Promoter sono paragonabili a quelli registrati attorno agli anni ’60, periodo in cui si stavano muovendo i primi passi nel processo di motorizzazione della nazione. Si tratta di una crisi senza precedenti. Per quanto riguarda le tasse versate dagli automobilisti, alle casse dello Stato entrano ogni anno 77 miliardi, il 15,8% delle entrate complessive. Nel mese di marzo il gruppo Fiat ha immatricolato il circa il 90% di automobili in meno. Le previsioni per i prossimi mesi saranno analoghi o perfino peggiori.  

Secondo il Michele Crisi sono necessari 3 miliardi di euro in 12-18 mesi per far ripartire il settore. Saranno soldi che lo Stato riuscirà a garantire? Quasi sicuramente no se la piega che prenderà nel futuro rimarrà quella attuale. Il settore della manifattura generale è complesso e articolato. I suoi sub-settori sono strettamente legati tra di loro. Sono necessarie misure stra-ordinarie, efficienti e tempestive per non far crollare tutto come un effetto domino. Le prime risposte concrete, laddove sono state date, non si sono rivelate funzionare affatto.