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“Un cardiologo mi ha certificato la correlazione”. Lo sfogo di Alessandra, 32 anni, rovinata dal vaccino

Pubblicato il 14/08/2022 16:35 - Aggiornato il 14/08/2022 18:24

Questa è la triste storia di Alessandra, impiegata di 32 anni, rovinata dal siero imposto da Roberto Speranza e dal “Governo dei Migliori”. Da quel maledetto “3 agosto 2021”, data della seconda dose del vaccino, è trascorso un anno. La sua vita è stata completamente stravolta, lei dice di non essere più quella di prima. Da allora è iniziato il suo calvario. «Ho girato tre ospedali, ora c’è una cura efficace», racconta a La Verità. Si tratta di una terapia monoclonale finalizzata al contenimento di una pericardite recidiva post-vaccino.
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L’inizio del calvario

Partiamo dall’inizio. Alessandra racconta la sua triste storia dal principio: «Il 3 agosto del 2021 faccio la seconda dose di vaccino. La sera ho un po’ di febbre e basta. Poi, il giorno dopo, affanno, febbre alta e dolore al torace e facevo particolarmente fatica a fare le scale. Il giorno dopo sono andata al pronto soccorso all’ospedale convenzionato di Bergamo Umanitas Gavazzeni e mi hanno dimesso con una sospetta pericardite: mi hanno fatto esami del sangue, raggi al torace e una visita cardiologica che, però, non aveva rilevato dei versamenti», racconta sconsolata.
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Una pericardite recidiva

Il racconto poi prosegue svelando dei particolari agghiaccianti: «Mi hanno diagnosticato questa sospetta pericardite perché avevo tutti i sintomi e valori del sangue sballati. La cosa assurda è che all’ospedale hanno scritto “sospetta pericardite post-infezione Sars Cov 2” ma non era vero, io avevo fatto il vaccino il giorno prima di stare male. Il giorno dopo, ancora, sono stata da un altro cardiologico che mi ha confermato che avevo proprio una pericardite in corso. Mi ha detto di fare la segnalazione all’Aifa tramite il mio medico di base che, però, non l’ha voluta fare e allora ho chiamato il pronto soccorso, ma non mi hanno risposto. Ho subito preso delle medicine finché a settembre-ottobre ho ricominciato a fare a sport. Ma a novembre, mentre correvo, ho iniziato ad avere gli stessi sintomi: fatica, febbre, affanno e dolori. Allora sono tornata in ospedale, stavolta a Seriate, e li ho scoperto di aver avuto una recidiva importante: si era formato del liquido nel pericardio e avevo avuto un versamento».
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Una terapia per tenere a bada la malattia

Alessandra conclude raccontando il calvario vissuto fino a che, dopo diversi tentativi, è riuscita a trovare una cura che le possa garantire un minimo di sollievo, pur non essendo più quella di prima: «Mi hanno dato del cortisone ma ogni volta che iniziavo a scalare il medicinale, mi ritornava la recidiva. Sono andata al Papa Giovanni XXIII di Bergamo e lì ho iniziato una terapia monoclonale che continuo tutt’ora. Ora lo stato infiammatorio è più basso e il liquido al cuore è un po’ calato e ho iniziato a fare un pochino di sport ma non sono quella di prima. Un cardiologo mi ha certificato la correlazione e tramite un nuovo medico di base ho ottenuto un’esenzione temporanea». Un vero e proprio calvario, dovuto ad una becera imposizione di un farmaco sperimentale da parte di un governo criminale. Tutto questo poteva e doveva essere evitato.

Foto di Lorenzo Zelaschi

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