La notizia continua a fare capolino di tanto in tanto in rete, facendo felici gli utenti che, credendola vera, la condividono prontamente. Purtroppo, però, dietro la voce che Enel sia stata condannata per l’Iva applicata in maniera illegittima alle bollette e costretta a rimborsare le famiglie italiane non c’è alcuna verità. Alla base della gran confusione nata in rete ci sarebbe una sentenza emanata da un giudice di pace a Venezia, che avrebbe dato ragione a un utente sull’illegittimità dell’applicazione da parte dell’Enel del calcolo dell’Iva su accise e addizionali.
Una sentenza accompagnata dal riconoscimento del diritto al rimborso per l’utente e che però non deve far stappare lo spumante, ahimè. Perché l’Iva applicata dai fornitori sulle accise in fattura si basa su una normativa europea ed pratica che si verifica anche al di fuori dei confini italiani. Una pratica sulla quale si è tra l’altro già espressa anche l’Agenzia delle Entrate confermandone di fatto la legittimità.
Difficile d’altronde immaginare che una simile sentenza avrebbe potuto portare alla condanna della sola Enel senza chiamare in causa allo stesso tempo anche le altre società che si occupano della fornitura di energia e gas. Niente di concreto, insomma. Con gli utenti che si trovano invece, e questa è notizia maledettamente vera, a fare i conti con mesi di estrema fatica: stando agli ultimi bilanci, a fine anno la spesa la spesa complessiva di una famiglia italiana nel periodo compreso tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2019 sarà di circa 559 euro, mentre per il gas di 1.107 euro.
A pesare sono anche gli oneri di sistema, una vera e propria tassa occulta che grava sulle tasche dei cittadini ogni volta che arriva una bolletta e che finisce per far lievitare i costi ben oltre quanto consumato. Una battaglia, quella per tagliare i costi, da portare avanti fino in fondo per mettere fine a un’ingiustizia che gli italiani si trovano a subire con disarmante puntualità quando aprono la cassetta delle lettere.
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