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La lotta al contante di Conte? La sta già facendo una startup (che nessuno conosce)

Pubblicato il 02/10/2019 10:31 - Aggiornato il 18/11/2019 17:43

Forse qualcuno dovrebbe avvisare il governo giallorosso. Far presente che la lotta al contante che Zingaretti & co. continuano a sbandierare da settimane sta già prendendo piede lontano dalle aule parlamentari, armata da una startup tra le più promettenti in circolazione. Si chiama Satispay e alla sua guida c’è un 35 enne di nome Alberto Dalmasso, tra le figure chiave che hanno dato vita a un sistema di pagamenti digitali che sta incontrando una crescente popolarità.

E d’altronde nella lotta all’uso di soldi contanti in favore dei pagamenti elettronici c’è molto più della semplice lotta all’evasione, pure sacrosanta, che il governo Conte 2.0 ribadisce come priorità assoluta. C’è il tentativo di scardinare finalmente meccanismi malsani che il nostro Paese ha adottato come propri. A partire da quel Pos, in inglese “point of sale”, il terminale per accettare pagamenti con carta di credito, che nell’immaginario collettivo è sempre fuori uso. E pensare, ma forse lo sanno in pochi, che oggi il Pos non serve neanche più.

Sì perché c’è una discrepanza netta, eppure non percepita, tra le polemiche di questi giorni (l’esecutivo a difendere il proprio operato, le opposizione a ribadirne l’inutilità, i negozianti ad avanzare dubbi) e la realtà di un mondo che si è già evoluto, superando naturalmente certi dibattiti su costi, commissioni e via dicendo. Oggi per i pagamenti digitali non servono più i Pos, basta uno smartphone e quello in Italia ce lo hanno quasi tutti. Ancora: non serve necessariamente una carta di credito, ci sono diversi servizi che ottengono le stesso risultato senza. Prendete proprio Satispay, nata 7 anni fa, un sistema per spostare soldi da un telefonino all’altro, zero commissioni per i clienti (1 euro se paghi i bollettini postali).

C’è anche cashback: quando compri qualcosa una piccola percentuale ti viene immediatamente riaccreditata. Tipo l’incentivo di cui si parla in queste ore. Per gli esercenti costa appena 20 centesimi fissi per transazioni sopra i 10 euro. Satispay è in perdita. Cresce, ma nello scorso anno ha perso quasi 10 milioni. Probabilmente paga lo scotto di andare troppo veloce in un Paese lento, lentissimo.

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