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UniCredit, violati i dati di 3 milioni di clienti nel 2015. Nel 2017 sono stati 400mila

Pubblicato il 28/10/2019 11:32

UniCredit, attraverso una nota diffusa dal team di sicurezza informatica, ha fatto sapere oggi di aver identificato un caso di accesso non autorizzato a dati relativo a un file generato nel 2015. Questo file conteneva circa 3 milioni di records, riferiti al perimetro italiano, e risultava composto solo da nomi, città, numeri di telefono ed e-mail. Lo si legge in una nota della banca, la quale ci tiene a specificare in modo perentorio che quelli “non erano dati sensibili”.

Nell’accesso non autorizzato a file Unicredit, si legge ancora nella nota “non sono stati compromessi altri dati personali, né coordinate bancarie in grado di consentire l’accesso ai conti dei clienti o l’effettuazione di transazioni non autorizzate”.

Certo la notizia ha messo in allarme i clienti del colosso bancario. Unicredit sta contattando, esclusivamente tramite posta tradizionale e/o notifiche via online banking, tutte le persone potenzialmente interessate. Per qualsiasi dubbio, la banca ha messo a disposizione dei clienti il servizio di chiamata al numero verde 800 323285.

UniCredit ha immediatamente avviato un’indagine interna e ha informato tutte le autorità competenti, compresa la polizia. Ma il tema della violazione dei dati resta caldissimo, soprattutto se a essere colpita è una banca così grande. Per questo UniCredit fa sapere di aver “investito 2,4 miliardi di euro per l’aggiornamento e il rafforzamento dei sistemi IT e della sicurezza informatica”.

“Nel giugno 2019 – si legge ancora nella nota – il gruppo ha implementato un nuovo processo di strong customer authentication, valido sia per l’accesso ai servizi web e mobile sia per le operazioni di pagamento. Questo nuovo processo richiede una password unica o un’identificazione biometrica, rafforzando ulteriormente la sicurezza e la protezione dei clienti”.

Non è la prima volta, però, che la banca è oggetto delle attenzioni degli hacker. Ed è proprio questo a preoccupare i clienti. A luglio 2017, infatti, la banca denunciò un attacco con violazione dei dati di 400mila clienti con accesso ai dati di clienti italiani relativi solo a prestiti personali.

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