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La crisi della Popolare di Bari e quella girandola di ville e immobili della famiglia Jacobini

Pubblicato il 28/12/2019 12:09 - Aggiornato il 28/12/2019 12:10

Una storia finita sotto la lente d’ingrandimento della stampa, quella della famiglia Jacobini e del legame con Popolare di Bari. E che fa discutere in questi giorni in cui la situazione della banca ha fatto gridare allo scandalo e costretto lo Stato a un costosissimo salvataggio che inevitabilmente finirà per gravare sulle tasche degli italiani. Gianluca Jacobini, la figura finita nell’occhio del ciclone, è nipote di Luigi, uno dei fondatori dell’istituto. Il padre Marco ne è stato presidente nel 2011, il fratello Luigi (più grande di quattro anni) ha invece ricoperto il ruolo di vicedirettore generale.

Nel maggio 2016, Gianluca si era trovato a compiere la delicata scelta di trasferire sette immobili in un fondo patrimoniale intestato a sé stesso e alla moglie Amalia Alicino con lo scopo di “far fronte ai bisogni della famiglia”. Un complesso di beni di tutto rispetto, tra i quali un complesso di circa 2000 metri quadri a Polignano a Mare. Un’operazione legittima, si potrebbe obiettare, per proteggere i beni di una famiglia. Con l’atto notarile che cade però in un momento particolare: due settimane prima l’assemblea della Popolare di Bari aveva infatti approvato una pesante perdita per il 2015, ben 295 milioni di euro, con un’erosione dei requisiti patrimoniali di circa l’1%.

Un’assemblea che aveva diffuso un notevole panico tra i quasi 70 mila azionisti della Popolare di Bari deliberando la riduzione da 9,53 a 7,5 euro del titolo della banca, dopo che nei due anni precedenti la banca aveva piazzato azioni alla clientela per 330 milioni. Il Corriere della Sera ricostruisce quei giorni, con migliaia di risparmiatori che, cercando di vendere le proprie quote senza riuscirci, iniziavano a capire di correre rischi serissimi. Non a caso, nella prima metà del 2016 scattano anche le prime verifiche di Bankitalia sulle operazioni “baciate”.

Il collegamento tra tutto questo e le scelte personali di Gianluca Jacobini? Apparentemente nessuno, ma di fatto in questo modo il banchiere rafforzava le proprie difese in caso di azioni responsabilità e richieste di risarcimenti. Una linea consolidata da mosse successive. Nel 2018 la Consob avrebbe sanzionato 20 dirigenti della Bari, fra cui Gianluca Jacobini, per come avevano piazzato a clienti spesso impreparati dei titoli oggi di fatto azzerati. Il 2018 della banca si sarebbe inoltre chiuso con la perdita di 430 milioni. E il 4 gennaio 2019 lo stesso Jacobini avrebbe ottenuto dallo stesso istituto un mutuo ipotecario trentennale da 300 mila euro garantito dalla residenza di Polignano a Mare già messa nel fondo patrimoniale. La tenuta, di conseguenza, sarebbe diventata difficilissima da aggredire con azione risarcitorie.

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