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Li hanno fregati! La grande banca inganna i suoi clienti e finisce sotto indagine

Pubblicato il 24/02/2024 17:21 - Aggiornato il 24/02/2024 17:28

I fatti risalgono al marzo del 2022, allorché la colossale banca britannica Barclays aveva dichiarato che stava riacquistando una serie di obbligazioni strutturate con una perdita di circa 450 milioni di sterline, o 591 milioni di dollari, dopo averne vendute troppe. Le obbligazioni strutturate, più comunemente conosciute come “derivati”, sono uno strumento di debito collegato a un riferimento sottostante come può essere, ad esempio, come il petrolio. La banca si era registrata presso la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti – la SEC, omologa della nostra Consob – per vendere fino a 20,8 miliardi di dollari di questi titoli. Ebbene, Barclays ha ammesso di aver superato il limite di 15,2 miliardi di dollari. Sicché la Magistratura statunitense ha stabilito, nella giornata di ieri 23 febbraio, che Barclays dovrà affrontare la class action degli azionisti statunitensi, che accusano la banca britannica di frode mobiliare in relazione alla sua vendita di 17,7 miliardi di dollari di debito in più rispetto a quanto consentito dalle autorità di regolamentazione. (Continua a leggere dopo la foto)
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class action azionisti banca barclays

Le (gravi) omissioni di Barclays

Katherine Polk Failla, giudice della Procura distrettuale di Manhattan, convenendo con la proposta di class action degli azionisti, ha ritenuto che la mancata divulgazione da parte di Barclays e l’assenza di controlli interni – che avrebbero potuto facilmente accertare anni di vendite di debiti errati – sia stata un’omissione materiale penalmente rilevante, dunque. Pertanto ha negato la mozione di Barclays per respingere le richieste degli azionisti. Barclays e diversi funzionari, tra cui l’ex CEO Jes Staley (frattanto dimessosi), sarebbero stati “gravemente imprudenti” nell’assicurare che la banca rispettasse le leggi federali sui titoli anche mentre vendeva “alla cieca” il debito. Gli azionisti, nella loro iniziativa, sono guidati dal fondo pensione Boston Retirement System. Sicché nel suo parere di 57 pagine il giudice Failla ha affermato che gli azionisti potrebbero citare in giudizio Barclays per le sue dichiarazioni, tra cui quella che la banca si fosse “impegnata a operare nell’ambito di un solido sistema di controllo interno” e avesse adottato politiche e procedure conformi agli standard normativi. Il giudice Katherine Polk Failla ha altresì affermato che tali dichiarazioni sono spesso troppo generiche per sostenere un’azione legale, ma il caso di Barclays presentava una “differenza critica” in quanto il suo sistema di monitoraggio delle vendite del debito “non solo non funzionava, ma non esisteva”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Maxi multa, le indiscrezioni

La causa riguardava gli azionisti che hanno perso denaro nelle ricevute di deposito americane di Barclays dal 18 febbraio 2021 al 14 febbraio 2023, a causa dell’aumento dei costi dovuto alle emissioni eccessive. La banca avrebbe quindi accettato di pagare una multa di 361 milioni di dollari alla SEC, per l’emissione nel 2022, secondo l’indiscrezione che leggiamo sul portale specializzato Bloomberg. Non possiamo non ricordare, infine, che la Barclays, che fa capo agli onnipotenti Rothschild, è tra le maggiori azioniste di Intesa SanPaolo.

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