Giuseppe Conte riuscirà a rimanere aggrappato alla poltrone di Palazzo Chigi? La domanda delle domande, in questa fase di crisi latente in un governo sempre più impacciato, è questa. Matteo Renzi continua a fare il bello e cattivo tempo a piacimento, l’ipotesi di un avvicendamento in corsa nell’esecutivo si rafforza giorno dopo giorno. Con la conferma del presidente del Consiglio tutt’altro che scontata, nonostante da più parti si si parli già di un possibile Conte-ter. La partita, in realtà, è ancora aperta.

Per mettersi al riparo da pericolosi tranelli, Conte dovrebbe cedere a Renzi su tutta la linea o quasi: rimettere la delega ai servizi segreti, andare incontro alle richieste del Rottamatore sulla gestione dei soldi del Recovery Fund, forse addirittura aprire al Mes sanitario, capitolo per nulla caro al Movimento Cinque Stelle. Col rischio di ritrovarsi, comunque, relegato a un ruolo molto meno principale: in caso si procedesse comunque a un rimpasto, potrebbe infatti finire affiancato da due vicepremier, tornando così allo schema visto all’epoca dell’esecutivo gialloverde, quando accanto aveva Salvini e Di Maio.

Proprio Di Maio è tra i candidati principali ad affiancare Conte, insieme a un esponente del Pd che molti identificano in Orlando (anche se non si parla anche di Zingaretti e Franceschini). Un ruolo chiave, poi, dovrebbe andare per forza di cose a Italia Viva, così da silenziare almeno per un po’ Renzi: Maria Elena Boschi si prenderebbe quasi sicuramente un ministero di punta della nuova formazione. E se invece, alla fine, Conte non dovesse accettare il ricatto del suo predecessore? A quel punto la sua sostituzione sarebbe inevitabile. E scatterebbe, immediata, la caccia al successore.

Al posto di Conte potrebbe andare Mario Draghi, che ultimamente piace parecchio (incredibile ma vero) anche a Matteo Salvini, uno che un tempo si diceva nemico di un’Europa piena di disparità e ingiustizie. Ma il nome nuovo che circola in queste ore è quello di Marta Cartabria, presidente emerita della Corte costituzionale, che avrebbe così l’occasione di diventare il primo premier donna nella storia d’Italia. Un’idea che piace, secondo Dagospia, al presidente della Repubblica Mattarella, pronto a benedire un esecutivo che potrebbe vedere Draghi nel ruolo di ministro all’Economia. Non dovesse rendersi disponibile, al suo posto potrebbe finire Fabio Panetta, membro italiano dell’esecutivo Bce.
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