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“Un nuovo reato”. Anti-rave, il governo usa le maniere forti. Ecco cosa prevede la norma

Pubblicato il 01/11/2022 12:21 - Aggiornato il 01/11/2022 12:25

Ieri, giorno 31 ottobre, si è tenuto il Consiglio dei Ministri che ha portato all’approvazione di un unico decreto. Tra le nuove norme, oltre quelle riguardanti il Covid, è stata promossa la norma anti-rave.  In conferenza stampa post Cdm, il premier Giorgia Meloni ha spiegato: «Interveniamo sulla materia con una norma che prevede un reato nuovo. La volontà politica fa la differenza» e «il segnale è che non si può venire in Italia per delinquere». Meloni prosegue dichiarando: «Inizialmente si era ragionato di intervenire su un’aggravante per il reato che già esiste, e cioè Invasione di terreni ed edifici, ma abbiamo scelto di introdurre un reato nuovo e diverso per evitare che si inserisse tra i reati contro il patrimonio e non per l’incolumità pubblica». E ancora: «Noi ci aspettiamo, con la norma sui Rave, di non essere diversi dalle altre nazioni d’Europa. L’impressione che lo Stato italiano ha dato è di un lassismo sul tema del rispetto delle regole e della legalità».

Ma di cosa si tratta? Cosa prevede la nuova norma anti-rave e quale sarebbe il nuovo reato introdotto, e cioè quello di Invasione per raduni pericolosi? Vediamolo insieme. Il complesso di norme, come anticipato prima, è contenuto all’interno di un decreto unico che comprende anche gli interventi sulla giustizia e sul Covid. Con il medesimo si stabilisce che d’ora in poi per chi organizza è prevista reclusione da 3 a 6 anni e sanzioni da mille a 6mila euro. Inoltre, si procede d’ufficio «se il fatto è commesso da più di 50 persone allo scopo di organizzare un raduno dal quale possa derivare un pericolo per l’ordine pubblico o la pubblica incolumità o la salute pubblica». Il consiglio dei ministri ha indirizzato il proprio intervento anche sugli strumenti utilizzati per mettere in piedi il rave. In caso di condanna, infatti, «è sempre ordinata la confisca delle cose che servirono o furono destinatea commettere reato e di quelle utilizzate per realizzare le finalità dell’occupazione».  Il ministro dell’Interno Piantedosi ha osservato: «L’assenza di una disciplina normativa efficace nel nostro Paese ci rendeva particolarmente vulnerabili, come la cronaca degli ultimi anni testimonia. Peraltro si tratta di eventi particolarmente pericolosi non solo per le stesse persone che li commettono ma sono anche molto dispendiosi anche per l’impiego delle forze dell’ordine che ne consegue». E ha aggiunto: «Confidiamo, come avviene in altri Paesi e in altri settori, che la norma, una volta introdotta, possa essere un elemento di deterrenza per questi eventi». 

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