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Tutti ospiti di Malagò: il capo del Coni gestiva 2,5 milioni di biglietti, invitando i vip a vedere (a scrocco) le partite

Pubblicato il 06/09/2019 13:24 - Aggiornato il 06/12/2019 18:53

Subito una bella gatta da pelare per il nuovo ministro dello sport Spadafora. Che si trova a fare i conti con la rabbia del presidente Coni Giovanni Malagò, che si è scagliato contro quella società Sport e Salute (istituita con la legge di Bilancio del 2018) che ha come azionista il Ministero dell’Economia e finanza e risorse per quasi 400 milioni.

“Un tesoretto – riporta la testata La Verità – sottratto alla struttura di Malagò a cui sono destinati solo 40 milioni per la missione esclusiva di preparare gli sportivi per le Olimpiadi. Il casus belli che ha portato Malagò a denunciare una ‘mancanza di rispetto’ è stata la decisione di sottrarre al Coni la gestione dei biglietti omaggio, consegnati da Roma e Lazio come parziale contropartita in natura per l’utilizzo dello stadio Olimpico. Le due società di calcio pagano da 3 ai 3,3 milioni di canoni annui, ma ottengono uno sconto qualificabile tra i 500.000 e i 700.000 mila euro grazie ai tagliandi”.

Uno sgarbo a tutti gli effetti, secondo Malagò. Dalla Sport e Salute la replica è stata che sportivi e presidenti sono loro ospiti per le partite di calcio, mentre a perdere il posto saranno politici, attori, giornalisti e via dicendo. Specificando anche di aver avviato “due audit, inchieste interne, per verificare l’utilizzo che è stato fatto dei biglietti omaggio”. I primi risultati “hanno portato a individuare i maggiori utilizzatori di ticket gratuiti della scorsa stagione calcistica”.

Nell’elenco dei più assidui, come emerso, si trovano politici come Maurizio Gasparri (20 biglietti), Fabrizio Cicchitto e Fabio De Lillo (19), l’ex vicepresidente della Regione Lazio, Luciano Ciocchetti (15) Gerardo Labellarte (13), ex prefetti come Achille Serra (24). Una lunga lista nella quale spuntano anche quelli degli attori Claudio Amendola (11) e Claudia Gerini (6). Malagò, da par suo, ha chiesto invece a Sport e salute di cambiare logo e sede. Sì, la polemica è anche sull’edificio, con il presidente Rocco Sabelli che replica sostenendo di avere diritti sull’immobile e aggiungendo: “Il vero obiettivo di questa polemica è alzare i toni per forzare l’agenda della politica sullo sport e recuperare le posizioni perse”.

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