Donald Trump lo aveva anticipato e lo ha fatto: Robert Kennedy jr. guiderà la Sanità americana. Come nel caso delle altre nomine, anche il nome dell’erede della famiglia politica più mitologica d’America ha scatenato polemiche e contraccolpi. I titoli delle principali aziende di Big Pharma hanno subito una decisa flessione in Borsa a conferma che la ricerca del profitto è più importante della ricerca della salute. Prevedibili i commenti del Sistema e delle sue gazzette: Trump ha nominato un no-vax alla sanità. I giornali italiani idem.
Ho conosciuto e incontrato Robert Kennedy jr. negli anni bui della pandemia e ho avuto il piacere di leggere in anteprima il suo volume contro Anthony Fauci e il sistema affaristico costruito da Bill Gates “regista” in Oms (un libro che in Italia solo Claudio Messora, ByoBlu, ha avuto il coraggio di pubblicare, a conferma del fatto che la libertà di espressione è un concetto ad assetti variabili…). Kennedy jr. aveva già messo a nudo con dati oggettivi le distorsioni prodotte da Big Pharma, i cui colossi sono stati pesantemente condannati nel recente passato per aver danneggiato migliaia di cittadini con farmaci approvati troppo frettolosamente. Ora che guiderà il dipartimento della Sanità avrà la risposta a molti dei suoi interrogativi, e noi con lui. Stavolta sarà impossibile nascondere quel che il compianto professor Luc Montagnier (che io portai a Milano muovendo una folla incredibile) ci aveva predetto anche sui vaccini. Anche lui fu deriso.
Donald Trump sta avendo un coraggio che nessun altro avrebbe. Di sicuro non ce l’ha l’Europa che ha preferito fare orecchie da mercante sulle ombre del negoziato Ue/Pfizer condotto personalmente dalla signora Von Der Leyen, moglie di un consulente del colosso farmaceutico. Chi come me pose domande sui misteri di quegli accordi, sulle manleve a favore delle case farmaceutiche e sull’assenza di dibattito circa gli effetti avversi dei vaccini (obbligatori) è stato deriso, etichettato, censurato dai media “buoni” come Facebook: solo recentemente Zuckemberg ha ammesso in una audizione che i suoi media si erano adeguati alla narrazione ufficiale, quella del Sistema, censurando informazioni. L’avvento prepotente di Musk farà da regolatore dello strapotere di Meta, magari cominciando a mettere dei paletti alla quasi monopolistica raccolta pubblicitaria delle Big Four e all’uso commerciale dei profili.
Donald Trump, con il pacchetto di nomine attuale, sta sfidando un Sistema che preferisce coltivare le ombre anziché rispondere alle domande. Le elezioni americane segnano il capolinea di una globalizzazione fallimentare, di un neoliberismo pericoloso, di un fanatismo ideologico che con la cultura “woke” ha toccato il punto più basso.