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“Terapie intensive al collasso”, ma era il 2018 e non era colpa dei No Vax

Pubblicato il 21/01/2022 15:02

C’è un mondo della politica che continua a raccontarci, giorno dopo giorno, delle terribili responsabilità dei non vaccinati nella difficile gestione della pandemia. In particolare, gli italiani che rifiutano ancora i farmaci anti-Covid vengono facilmente identificati come “colpevoli” dell’intasamento dei reparti di terapia intensiva, nonostante testimonianze che sottolineano come anche chi ha ricevuto due o tre dosi finisca, purtroppo, in ospedale. Ma per capire davvero come stanno le cose, non c’è esercizio più utile che riavvolgere di qualche anno le lancette dell’orologio e dare un’occhiata a cosa accadeva in Italia all’inizio del 2018, quando ancora l’emergenza sanitaria non era esplosa.

"Terapie intensive al collasso", ma era il 2018 e non era colpa dei No Vax

Prendere, per esempio, un articolo del Corriere della Sera datato 10 gennaio 2018 dal titolo “Milano, terapie intensive al collasso per l’influenza: già 48 malati gravi molte operazioni rinviate”. All’interno, la giornalista Simona Ravizza spiegava: “Numeri record. Le complicazioni dell’influenza, soprattutto le polmoniti, mandano in crisi le rianimazioni: 8 i casi di malati gravi ricoverati da Natale a oggi nelle terapie intensive di Policlinico, San Raffaele, San Gerardo di Monza e San Matteo di Pavia, gli ospedali di riferimento in Lombardia per l’uso dell’Ecmo, il macchinario che si sostituisce ai polmoni”.

“I problemi si accavallano: difficoltà ad accogliere nuovi pazienti – spiegava l’articolo del Corriere – rinvio degli interventi chirurgici programmati e prenotazioni sospese per i posti letto delle rianimazioni destinati ad accogliere i malati dopo le operazioni, turni straordinari (gratis) per medici e infermieri richiamati dalle ferie”. Una situazione definita “grave”, con gli ospedali costretti a chiedere l’aiuto dell’assessorato alla Sanità e le testimonianze di chi, in prima linea, si trovava a combattere una difficilissima battaglia: Il rischio di rinvio degli interventi chirurgici elettivi per pazienti che necessitano di assistenza postoperatoria in terapia intensiva è un problema all’ordine del giorno. I pazienti con polmonite grave e complicazioni importanti determinate dal virus dell’influenza stanno occupando ben un quarto dei nostri 21 posti letto”.

Un dramma accompagnato, all’epoca, dall’emergenza sangue, con il virus influenzale “che impedisce a molti donatori di recarsi nei centri di raccolta”. Anche nell’occasione si sottolineava, tra le polemiche e le proteste degli utenti sui social, come i tagli alla sanità fossero di colpo emersi in tutta la loro grave portata. All’epoca, la colpa non era però dei non vaccinati, ma di uno Stato che continuava a non garantire la necessaria assistenza ai cittadini, investendo male e altrove i soldi pubblici. Oggi, di colpo, gli unici responsabili per le difficoltà degli ospedali sono loro, gli italiani senza ancora le tre dosi. Una lettura che continua a fare acqua da tutte le parti.

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