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“Tav inutile: quel progetto va fermato”. Lo dice il nuovo sindaco di Lione. E ora?

Pubblicato il 01/07/2020 16:54

Tra le varie cose il Movimento 5 Stelle si è rimangiato, c’è certamente la questione Tav. Non stiamo qui ora a parlare del Tap, dell’acqua pubblica, di Autostrade, delle battaglie per il Pos o quelle per il doppio mandato, etc., etc., etc., ma del Tav. Ricordare il Movimento delle origini che si batteva in Val di Susa? Ecco, non esiste più. Peccato che proprio ora che i 5 Stelle son diventati Sì Tav, dall’altra parte del presunto traforo le cose sono cambiate. Grégory Doucet, 46 anni, è diventato il nuovo primo cittadino di Lione, 1,4 milioni di abitanti nell’area metropolitana. Le imprese della ricca e industriale Lione di Doucet saranno “accompagnate verso una transizione ecologica”, quindi addio Tav.

Nell’intervista a La Stampa, il sindaco ha toccato il nervo scoperto della Tav e le sue dichiarazioni hanno subito mandato in fermento il governo italiano che preme per la realizzazione del progetto, soprattutto da quando il Movimento 5 Stelle si èappiattito sulle volontà di Renzi e del Pd. Il primo cittadino di uno dei due estremi della linea ad alta velocità è dunque contrario alla realizzazione dell’opera: “Fra le nostre città, Torino e Lione, esiste già un’infrastruttura ferroviaria, che è sufficiente, ed è su quella che dovremmo investire. La Francia ha iniettato troppi pochi fondi sul trasporto merci su rotaia a livello nazionale. E ora vogliono farci credere che con la Tav rilanceremo l’attività. Ma è assurdo”.

Il neosindaco di Lione ribadisce che “se valorizzata, la linea già esistente è sufficiente per i treni che vi devono circolare. Ecco, investiamo prima lì e nel resto della Francia”. Doucet ritiene sbagliato proseguire con gli scavi: “Non bisogna insistere su un progetto sbagliato. È la scelta peggiore. Bisogna fermare la Tav”, dice perentorio. E con la Francia che ha riscoperto questa nuova “onda verde” alle ultime elezioni, sembra difficile fargli cambiare idea.

Doucet, infine, rivendica, seppur non abbia potere decisionale sulla materia, di “dover dire la mia opinione, visto che sono alla guida della mia città”. Saranno i governi di Parigi e Roma, insieme alle istituzioni europee, a decidere sul futuro della Tav. E qui la questione si fa decisamente più scomoda…

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