Altra doccia fredda per il segretario del Pd Enrico Letta, il quale non tocca palla sulle questioni davvero importanti del governo e fa di tutto per ritagliarsi uno spazio politico mettendo bandierine ideologiche tipo il Ddl Zan. Dopo essere stato scavalcato anche dalla Meloni nei sondaggi, e dopo aver inanellato un flop dietro l’altro, ora rischia di ritrovarsi con un pugno di mosche anche per lo Zan. Non è solo Renzi, infatti, il suo (solito) problema. Ma c’è anche un fronte interno. E i numeri ora iniziano a far paura se si dovesse andare alla conta, perché il senatore Pd Mino Taricco ha comunicato di volersi sfilare. (Continua a leggere dopo la foto)
In un post pubblicato su Facebook Taricco ha spiegato di avere votato sì per discuterne il 13 luglio in aula ma voterà contro art. 1 e art 4 del ddl come sono ora. “Nel voto in Aula al Senato di ieri – scrive Taricco su Facebook – ho votato per la calendarizzazione in Aula al Senato del Disegno di legge ‘Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità’ (il DDL Zan), perché credo che una integrazione normativa per contrastare con maggiore efficacia i reati contro la persona a sfondo omotransfobico sia necessaria”. (Continua a leggere dopo la foto)
Poi aggiunge: “Ma rimango convinto che l’attuale testo presenti delle criticità e la necessità di alcune correzioni nei punti più sensibili di cui molto si è parlato in queste settimane ed anche in questi ultimi giorni. Le definizioni all’articolo 1, in particolare sull’identità di genere, credo siano inopportune in questa sede nei tempi e nei modi. Questa legge nasce per prevenire e sanzionare gli atti di discriminazione e violenza motivati da omotransfobia, e su questo avrebbe dovuto concentrarsi, e non invece aprire in questa sede una discussione di natura antropologica sull’identità di genere, assolutizzandone il dato della percezione individuale, peraltro anche in dissonanza a recenti sentenze della Corte Costituzionale”. (Continua a leggere dopo la foto)
Scrive ancora Taricco: “Continuo ad essere convinto che un simile tema non debba essere definito in questa sede, una legge penale, che per sua natura chiederebbe riferimenti puntuali ampiamente condivisi. Così come sono convinto che la formulazione pervenutaci dalla Camera dell’articolo 4 debba essere rivista. Il ridefinire i confini di un diritto sancito costituzionalmente, quello di espressione, su un tema così delicato, prevedendo tra l’altro, che possa essere sanzionata una opinione, pur in assenza di concreta istigazione all’odio o alla violenza, per una potenziale correlazione ad atti discriminatori o violenti di terzi, credo sia molto pericoloso”. (Continua a leggere dopo la foto)
Conclude Taricco: “E poi la previsione dell’articolo 7 sulla ‘Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia’, e la possibilità di portare questi temi nelle ‘scuole di ogni ordine e grado’ a partire dalle materne ed elementari, è dal mio punto di vista non condivisibile. Credo vi sia ancora tutto il tempo di migliorare il testo pervenuto dalla Camera, e credo che tutti dovremmo sentire la responsabilità di farlo. Alzare muri contro ogni possibilità di dialogo e di miglioramento, rischia di spianare la strada o alla responsabilità di approvare una legge con elementi negativi che si potevano evitare, oppure di portare ad affossare definitivamente la legge. Consapevole della mia responsabilità sosterrò fino all’ultimo ogni possibilità per evitare tutti e due questi errori”.
Ti potrebbe interessare anche: “Basta virologi in tv”, e la petizione in poche ore raccoglie migliaia di firme