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L’effetto dell’addio alle mascherine sui contagi: gli ultimi dati dell’Iss sono la pietra tombale su Speranze e le sue follie

Pubblicato il 27/05/2022 10:50

Siamo rimasti i soli al mondo ad assecondare le follie legate al Covid. Nella fattispecie le follie di Speranza e della sua cricca di televirologi. Purtroppo per loro, però, i dati parlano da soli e li sconfessano ogni giorno sempre più: da quando, il 1° maggio, è decaduto l’obbligo di mascherina, il tasso di positività, in Italia, è crollato. Lo si sapeva, lo si diceva dall’inizio. E la Svezia ne sa qualcosa… L’Italia, invece, è l’unico Paese al mondo ad aver applicato le restrizioni più severe, compreso il licenziamento dal lavoro per i non vaccinati, e conseguentemente siamo stati tra i Paesi con il più alto numero di morti. E dov’è che adesso si riscontra la più alta incidenza di contagi? Ovvio, tra i ragazzi in età scolare, che sono gli unici – insieme a quegli eroi silenziosi dei professori – a dover continuare a indossare le mascherine tra i banchi, mentre nelle aule si iniziano a registrare picchi anche di 34 gradi in questa estate anticipata. (Continua a leggere dopo la foto)

Come spiega Patrizia Floder Reitter su La Verità, “sono in costante diminuzione i nuovi casi di Covid. Dal primo maggio, da quando le mascherine non sono più obbligatorie in molti luoghi chiusi, i tassi di positività continuano a scendere, confermando che il bavaglio non serviva a proteggere dal contagio. Con la bella stagione, l’estate ormai alle porte, si sapeva che il virus perdeva aggressività, però siamo stati fino al 30 aprile con il Dpi sul volto e lo dobbiamo mantenere, rafforzato, fino al 15 giugno su treni, autobus, cinema e teatri. Per non parlare dell’obbligo peri lavoratori del privato e delle raccomandazioni che sono diventate diktat nel settore pubblico”. (Continua a leggere dopo la foto)

Lo stesso report esteso dell’Iss, però, nell’ultimo aggiornamento dà uno schiaffo a Speranza e segnala che “accelera il calo della incidenza settimanale”, sceso da 103 per 100.000 abitanti dei primi sette giorni di maggio, a 73 per 100.000 del 19 maggio. “Ma è proprio guardando i casi identificati da test molecolare, o da antigenico rapido, che si evidenzia l’abbassamento della curva epidemiologica. Pochi numeri, per fotografare una situazione di quasi normalità però ostinatamente negata dal ministero della Salute. Dal 30 aprile, si è passati da un incremento giornaliero di 53.602 positivi al tampone ai 20.322 di ieri, 26 maggio. A quasi parità di test effettuati, che anzi sono in crescita rispetto ad aprile, in questo mese l’aumento di casi rispetto al giorno precedente si è progressivamente ridotto, passando a 48.255 positivi il 5 maggio, 42.249 il giorno 11, 36.042 il 14, 30.408 quattro giorni dopo, per poi scendere drasticamente sotto la soglia di 20.000 il 21 maggio (23.976) e il 26 maggio (20.322). (Continua a leggere dopo la foto)

“Al chiuso bisogna proteggersi, la Ffp2 è efficace anche contro Omicron. Vediamo comparire varianti sempre più contagiose e anche i vaccinati rischiano di infettarsi”, dichiarava a metà aprile un’altra televirologa doc, l’immunologa Antonella Viola. Il ministro Speranza, intanto, costringe gli studenti a restare imbavagliati. L’ultimo report dell’Istituto superiore della sanità, però, sconfessa la linea del ministro. “Riferito alla fascia 10-19 anni, il tasso di incidenza settimanale di casi segnalati di Covid è infatti il più alto in assoluto. Dal 9 al 16 maggio è risultato 484, mentre è 345 tra i 20-29 anni, 425 nella fascia 50-59, 397 in quella dei sessantenni, 354 tra le persone di 80-99 anni. Se consideriamo che stiamo parlando di studenti, costretti a imbavagliarsi, decisamente questa misura anti contagio non sta funzionando e Speranza ne deve render conto”. Basta mascherine. Ma soprattutto basta Speranza.

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