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Stop agli elettrodomestici e regole ferree sui riscaldamenti: cosa ci aspetta con l’arrivo dell’inverno

Pubblicato il 08/08/2022 09:50

Per capire cosa ci aspetta in un futuro non troppo remoto basta dare un’occhiata a quello che sta succedendo al di fuori dei nostri confini, per la precisione in un’Australia alle prese con le conseguenze di una crisi energetica inaspettata e di portata ben superiore alle iniziali stime. Come anticipato nelle scorse settimane da Bloomberg, il Paese si è trovato a fare i conti con improvvisi blackout e con la necessità di razionare i consumi, uno scenario che durante il prossimo inverno potrebbe replicarsi anche in Italia.

Per evitare che alcuni servizi essenziali come gli ospedali possano trovarsi improvvisamente al buio, il governo australiano ha imposto in questi giorni uno stop all’uso di elettrodomestici in determinate fasce orarie. Nello specifico, dalle 17.30 alle 20 i cittadini non potranno utilizzare lavatrici, asciugatrici, forni e via dicendo, con i riscaldamenti che andranno regolati a un massimo di 20 gradi per tutto l’inverno, non di più. Disposizioni ferree, che andranno osservate in maniera rigorosa anche negli edifici pubblici.

Una situazione di grave emergenza in un Paese, l’Australia, che produce circa il 2,4% del totale dell’energia mondiale ed è un importante fornitore per i mercati mondiali, esportando più di tre quarti della sua produzione per un valore di quasi 80 miliardi di dollari. Negli ultimi anni sono stati fatti importanti investimenti nelle rinnovabili, soprattutto nel fotovoltaico, con intere aree adibite a parchi solari. E sono stati costruite centrali “peaker” a gas, strutture che servono a sopperire proprio a richieste troppo alte di energia. Eppure niente di tutto questo è servito a evitare la catastrofe.

Per evitare picchi insopportabili nei prezzi delle bollette, l’autorità australiana (Australian Energy Market Operator) ha fissato il prezzo dell’energia tra i 300 dollari australiani per MWh e i 500 dollari, a seconda della Regione, e obbligato gli operatori a immettere energia in rete. Una mossa che ha però messo in crisi gli stessi operatori, costretti a spendere per la produzione più del ricavato e a rivendere quasi tutti i contratti con gli utenti. Molti esperti hanno sottolineato come una simile emergenza potrebbe replicarsi anche in Italia, dove metà della produzione energetica si basa sull’impiego di gas e gli effetti della guerra in Ucraina potrebbero manifestarsi in maniera molto ancor più violenta.

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