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“Aveva la mascherina abbassata”. La Star licenzia Fabrizio, operaio di 51 anni

Pubblicato il 09/02/2021 16:17

Quanto successo alla Star, storica azienda del settore alimentare di Agrate Brianza, sta smuovendo l’opinione pubblica. Un operaio è stato licenziato perché aveva abbassato la mascherina, protezione obbligatoria sul luogo di lavoro. A causa di questo licenziamento, per mercoledì è previsto uno sciopero con presidio davanti ai cancelli dello stabilimento. Il provvedimento è stato percepito come una rappresaglia antisindacale. Come ricostruisce il Corriere, “i fatti risalgono a qualche settimana fa, una sequenza che si sviluppa tra dicembre e gennaio ma che a quanto sembra ha radici più profonde e che rimandano indietro nel tempo e nelle vertenze aziendali”. (Continua a leggere dopo la foto)

Fabrizio Ferrari – veterano cinquantunenne della fabbrica – stava caricando i carrelli. Racconta che in quel momento si trovava “praticamente da solo”, perché “il collega più vicino era a non meno di sette metri di distanza”. In quel momento la mascherina è abbassata sul mento. E per questo, per l’operaio è scattato il provvedimento disciplinare. Non è il primo. Quindi, per effetto della contestazione della recidiva, a stretto giro — e nonostante l’impugnazione da parte del sindacato — arriva la lettera di licenziamento.

A quel punto scatta la denuncia pubblica della Flai Cgil, sindacato del settore agroalimentare: “Un iscritto, da oltre 20 anni alla Cgil e 25 anni dipendente in Star, a inizio gennaio ha ricevuto una lettera dove gli si contestava l’uso non corretto della mascherina, perché abbassata. Ed è stato contestualmente sospeso. Il 3 febbraio lo hanno licenziato”, denuncia Federica Cattaneo, segretaria generale della Flai Cgil brianzola.

E contestualmente arriva l’annuncio di tre ore di sciopero a fine di ogni turno per domani, quando si terrà anche un presidio davanti alla portineria, indetto per le 10. “Abbiamo sempre pensato — spiega ancora Federica Cattaneo — che la contestazione disciplinare fosse un pretesto per liberarsi di un lavoratore impegnato sindacalmente, che ha sempre esercitato il diritto di critica nei confronti dell’azienda, quando non rispettava gli accordi sindacali”.

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