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“Stanno perdendo la guerra”. Cosa rivelano i Report delle intelligence internazionali: l’esclusiva del Giornale d’Italia

Pubblicato il 13/03/2024 15:26

Qual è la reale situazione in Ucraina? Lo riferiscono i report delle diverse Agenzie di intelligence in campo, ripresi in esclusiva da Il Giornale d’Italia. In estrema sintesi? La situazione delle forze ucraine è catastrofica, e stanno ormai da quasi un anno senza ricevere armi. Come spiega Marco Antonellis nel suo articolo riprendendo i report, le nuove bombe plananti russe possono essere lanciate da una distanza di 150-200 km, e questo fa sì che siano al di fuori della portata di qualsiasi sistema di difesa aerea occidentale. Mentre la Russia aumenta la produzione, la realtà da parte ucraina rimane l’opposto. “Dei 31 carri armati Abrams, 4 sono visivamente confermati come fuori combattimento e, considerando che forse il 30% dell’equipaggiamento è andato perduto senza conferma visiva, questo numero potrebbe essere ancora più alto”. Le foto dei rottami che arrivano da più parti dell’Ucraina fanno capire che lo scontro sta diventando impari. (Continua a leggere dopo la foto)
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Sempre secondo i report dell’Intelligence, per quanto riguarda il Challenger 2, su 14, solo 7 restano operativi. E i Leopard 2A4/6? Dei 75 consegnati, 30 sono visivamente confermati come fuori combattimento. E ancora: di 10 Stridsvagn 122, 6 sono stati confermati visivamente come fuori combattimento. Per quanto riguarda gli IFv, dei 186 Bradley consegnati dall’occidente all’Ucraina, circa 70 sono visivamente fuori combattimento. Con questo livello di svantaggio, come sta combattendo l’Ucraina? Spiega Antonellis: “Essenzialmente con la fanteria e i droni vaganti […] L’Ucraina non ha alcuna difesa aerea mobile e ha dovuto spostare i Patriots per centinaia di chilometri”. Alcune bombe GBU occidentali possono avere un prezzo di 200.000 dollari, mentre queste vecchie bombe sovietiche riproposte costano meno di 20.000 dollari. (Continua a leggere dopo la foto)

Conclude l’analisi Antonellis: “L’essenza di questa innovazione è quella di riutilizzare vecchie bombe in armi precise a basso costo, incidendo in modo significativo sugli equilibri di potere nelle guerre. L’innovazione implica la creazione di soluzioni sostenibili utilizzando le risorse esistenti, adattandole alle esigenze attuali e trasformandole in armi potenti sul campo di battaglia moderno”. E questo, forse, l’Occidente non lo ha ancora capito. Ma c’è di più, perché anche sul fronte russo qualcosa si muove. E cioè che continuano a esserci delle incursioni anti-Putin da parte di “partigiani”. E questo apre un altro fronte? Chi li supporta? Uno dei primi blitz, quello nella regione di Belgorod, è stato armato in parte con materiale ucraino e in parte con materiale Nato, in coordinamento con le forze ucraine, e non è affatto composto solo da russi. A rivelarlo è stato il New York Times, che ha pubblicato immagini che indicano come nell’attacco siano stati utilizzati veicoli corazzati statunitensi. Ma sono rivolte concrete? Dove inizia una possibile riscossa della dissidenza anti-Putin e dove il territorio della propaganda?

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