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Sporcizia e rischio contaminazioni: l’analisi degli esperti Usa sui laboratori di Wuhan

Pubblicato il 30/06/2021 10:53

I laboratori dell’università di Wuhan, la città cinese dalla quale ha avuto origine la pandemia di Covid-19 che si è poi estesa a tutto il mondo, erano pieni sporcizia, con studenti che violavano puntualmente le norme di igiene e sicurezza e personale privo di camici e protezioni. A dirlo è un rapporto dei ricercatore di Drastic, team internazionale di scienziati e investigatori che da mesi tenta di trovare riposte sulle origini del virus, e che ha concentrato le proprie attenzioni sulla Cina.

Nel rapporto si evidenzia come, all’interno della struttura, non ci fossero delle aree apposite per il trattamento dei rifiuti chimici. Assente, allo stesso tempo, una qualche forma di separazione tra le aree sperimentali e quelle comuni, con il rischio quindi di pericolose contaminazioni. Gli investigatori hanno anche descritto i laboratori come “affollati e caotici”, con regole che venivano puntulamente eluse.

I dettagli evidenziati in rosso, all’interno del dossier, sono tanti. E comprendono anche l’analisi di alcuni laboratori di Wuhan che effettuano ricerche sul coronavirus, con sperimentazioni sui pipistrelli. All’interno di questi edifici, sempre secondo gli esperti di Drastic, i sistemi fognari e di drenaggio erano vecchi e danneggiati, al punto da “poter contaminare i canali e i torrenti locali”.

I ricercatori hanno anche rivelato le enormi dimensioni del centro di sperimentazione animale presso il WIV, dove sono cresciuti i sospetti sulle origini della pandemia: all’interno sono presenti 3.268 gabbie di animali vivi, tra cui 12 gabbie per furetti e 12 gabbie per pipistrelli. In conclusione, il rapporto (lungo 60 pagine) suggerisce che tutti i laboratori di Wuhan vengano esaminati in maniera più approfondita per capire le origini del virus.

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